LA SINDROME
POST -
VACCINICA
DIAGNOSI
TRATTAMENTO
PREVENZIONE
Dr. Tinus Smits
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Traduzione dall'originale inglese:
Dr. Maurizio Paolella
Dr. Giancarlo Quartucci |
PREFAZIONE
La "sindrome post-vaccinica" è ormai da anni una diagnosi sempre più comune nella mia pratica medica. Ho
gradatamente costruito un metodo efficace per il suo trattamento. Considero un dovere divulgare le mie
scoperte, per i medici, i genitori e tutte le persone più o meno coinvolte in questo argomento. Sono cosciente
dell'importanza di questa nuova diagnosi ed anche della delicatezza dell'argomento; per questo motivo ho
compilato il presente libro con la massima cura.
Prima della pubblicazione ho apportato più volte cambiamenti al testo per includere le opinioni di un certo
numero di colleghi sul suo contenuto, cercando di non distrarmi però dalla sua essenza. Devo ringraziare di
cuore tutti per i loro suggerimenti, in particolare: la pediatra Yvonne Pernet, l'omeopata unicista Peter Guinée, il
naturista Noor Prent-Tromp, il medico di base Adrian van de Sande e Martin Wyers, i medici omeopatici José
Vermeulen e Hans Reijnen, i genitori Ellen e Johan Huiskens, Mart e Marijet van Poppel, Wil Yvonne Wijers,
Wilma Bloemsma e in ultimo mio figlio Gael, studente in medicina.
Sono contento di dedicare questo studio a tutti i bambini che si sono trovati a sperimentare gli effetti negativi
dei vaccini, e ai loro genitori che si sono spesso trovati di fronte a momenti di grande incertezza e a domande
senza risposta. Spero con esso che tante sofferenze non necessarie vengano evitate e che possa iniziare così una
prevenzione ed un trattamento efficace della sindrome post-vaccinica.
Dr. Tinus Smits Waalre, Settembre 1997
INDICE DEGLI ARGOMENTI
SOMMARIO
INTRODUZIONE
DESCRIZIONE ESSENZIALE DELLA "SINDROME POST-VACCINICA"
IL METODO OMEOPATICO
PRINCIPI GENERALE
DIAGNOSI
TRATTAMENTO
PREVENZIONE
DANNI AL MECCANISMO DI DIFESA IMMUNITARIO
CAMBIAMENTI DI UMORE, MODIFICAZIONI CARATTERIALI
POSSIBILITA' DI AUMENTO DEI RISCHI NELLE GENERAZIONI
SUCCESSIVE
OSTACOLI IMPLICITI ALL'ACCETTAZIONE DELLA SPV
RICERCHE
RACCOMANDAZIONI
CONCLUSIONI
CASI CLINICI SUPPLEMENTARI E ULTERIORI OSSERVAZIONI SULLA SINDROME
POST-VACCINICA
Principi generali
La "sindrome della giungla" (Jungle Syndrome)
La sindrome post-vaccinica acuta
Trattamento della sindrome post-vaccinica a lungo termine
Indebolimento dell'immunita' generale.
Asma, bronchite asmatica, bronchite cronica, polmonite
Disturbi dermatologici (eczema)
Irregolarita' nello sviluppo del bambino
GLOSSARIO
LETTERATURA
SOMMARIO
Obiettivo. L'identificazione di una nuova sindrome in medicina, la "sindrome post-vaccinica" (*). Inoltre una
descrizione della sua diagnosi, del metodo per trattarla, e la sua prevenzione.
Scopo. Le scoperte di cui parlerò sono il frutto consolidato di accurate osservazioni che coprono un certo
numero di anni, basate sul dialogo con i genitori e i pazienti, e dall'esperienza acquisita dal trattamento e dalla
prevenzione di questo disturbo.
Metodo. La tecnica omeopatica, includendo l'uso dei vaccini attentamente potentizzati (*) e diluiti, che
confermano la diagnosi, la terapia e la prevenzione.
Risultati. I risultati raggiunti con l'uso dei vaccini potentizzati nella diagnosi e allo stesso tempo nel trattamento
della SPV (sindrome post-vaccinica) appaiono così consistenti e risolutivi, che il metodo in sé stesso può essere
usato come prova conclusiva nei confronti della questione, spesso controversa, dell'esistenza o meno della SPV
in un paziente. Tutto ciò verrà chiarito da più di venti casi clinici.
Conclusioni. La diagnosi di "sindrome post-vaccinica" ha ormai indiscutibilmente un posto preminente nella
diagnostica pediatrica. Questa condizione clinica può essere trattata con successo usando vaccini potentizzati,
come verrà descritto in questo libro. Le implicazioni e i chiari risultati delle misure preventive ottenute con
vaccini potentizzati per evitare la SPV, potranno essere forniti e successivamente dimostrati per mezzo di un
progetto di ricerca parallelo. (*)
Raccomandazioni. Le osservazioni ottenute e valutate con grande attenzione e l'uso di vaccini potentizzati ci
hanno indotto a stilare una lista di raccomandazioni nel rispetto delle norme di legge olandesi, come risulta dal
capitolo "Raccomandazioni".
INTRODUZIONE
Il mio interesse per le vaccinazioni e i loro effetti collaterali risale a circa venti anni fa, quando i miei figli erano
piccoli. In tutto questo lungo periodo ho collezionato informazioni e, durante gli ultimi dieci anni, ho anche
preso nota di tutti i casi che ho visto nella pratica.
La pratica omeopatica ha riconosciuto sempre che malattie croniche possono originare a seguito di vaccinazioni,
già dai tempi della vaccinazione antivaiolosa del secolo scorso. Per moltissimo tempo Thuja fu riconosciuto
dagli omeopati come il rimedio principale per questi disturbi; ma l'applicazione di questa prescrizione è apparsa
a me personalmente, da subito, del tutto insoddisfacente. Circa dieci anni fa acquistati un libro La médecine
retrouvée scritto dal collega Jean Elmiger, che cambiò il mio punto di vista sul metodo di trattamento dei
disturbi post-vaccinici ed anche le mie frequenti sensazioni di scoraggiamento cominciarono a diminuire. Il
metodo che descriveva era molto semplice sia per il trattamento che per la prevenzione. Io stesso presi
l'abitudine di indagare sulla storia personale legata alle vaccinazioni in ciascun bambino e frequentemente le
mamme con gratitudine mi dicevano: "Quanto lei dice è ciò che ho sempre pensato, ma nessun medico mi
avrebbe mai creduto; continuano a sostenere che i disturbi di mio figlio non hanno nulla a che fare con le
vaccinazioni".
I vaccini hanno in realtà più effetti collaterali di quanto fin qui studiato.
Va ricordato che essi sono generalmente composti di bacilli attenuati, morti o divisi, o tossine (*) batteriche con
il loro additivi, tra cui impurità (fosfato di alluminio, idrossido di alluminio, neomicina, thiomersal - un
composto mercuriale - , formaldeide, 2-fenoxietanolo, albumine).
La mia tesi illustra che le vaccinazioni possono essere responsabili di seri problemi per la salute sia in forma
acuta che cronica.
Mi piacerebbe portare questo piccolo libro all'attenzione di tutti i dottori, dei genitori e dei pazienti che in
qualsiasi modo si siano trovati coinvolti a combattere le conseguenze di una vaccinazione.
Saranno analizzati i seguenti argomenti: la sindrome post-vaccinica, il metodo omeopatico, la conferma della
diagnosi, le possibilità per il trattamento della SPV, la prescrizione, le misure preventive, l'indebolimento del
sistema generale immunitario, le implicazioni per future ricerche, alcune raccomandazioni per la politica delle
vaccinazioni, e le mie conclusioni personali.
Per facilità di lettura ho cercato di mettere insieme tutti i casi clinici in un capitolo separato alla fine del testo,
cui il lettore può riferirsi per convenienza.
DESCRIZIONE ESSENZIALE DELLA
"SINDROME POST-VACCINICA"
I sintomi inclusi in questa sindrome originano da due fonti. La prima fonte, che comprende un grande numero di
sintomi che già esistono nella letteratura medica classica, e altri, che invece vengono dalla mia osservazione
clinica. Va enfatizzato in questo contesto che ogni singolo sintomo che si manifesta a seguito di una
vaccinazione e che scompare subito dopo il trattamento con il suo vaccino potentizzato, va considerato causato
dalla vaccinazione suddetta.
La SPV può essere divisa in una sindrome acuta ed una cronica. Questi sono i sintomi della sindrome acuta:
febbre, convulsioni, distrazione, encefalite e/o meningite, gonfiori degli arti intorno al punto di
inoculazione, tosse pertussoide, bronchite, diarrea, eccessiva sonnolenza, pianto frequente ed
inconsolabile, urla acute e penetranti (cri encéfalique), svenimento/shock, polmonite, morte, morte in
culla (va notato che in Giappone, paese dove il vaccino per la pertosse viene effettuato all'età di due anni, la
morte in culla, statisticamente parlando, è praticamente inesistente).
Con uno studio attento ed accurato dei casi clinici arriviamo invece alla seguente lista di sintomi della SPV
cronica: raffreddori, espettorato verdastro o color ambra, infiammazione agli occhi, perdita del contatto
visivo, strabismo, otiti medie, bronchiti, tosse, asma, eczema, allergie, infiammazioni alle articolazioni,
stanchezza e mancanza di vigore, sete eccessiva, diabete, diarrea, stitichezza, cefalee, disturbi del sonno
con momenti di risveglio e pianto, epilessia, rigidità dei muscoli della schiena, crampi muscolari,
sensazione di testa leggera, mancanza di concentrazione, perdita di memoria, disturbi della crescita,
mancanza di coordinazione motoria, disturbi dello sviluppo psicofisico, disturbi comportamentali come
irritazione e aggressività, cattivo umore, squilibri emotivi, confusione, mancanza di volontà, torpore
mentale, etc.
Questa lista è inevitabilmente incompleta poiché i disturbi post-vaccinici possono essere estremamente
divergenti. La diagnosi non si basa tanto "sulla sintomatologia attuale" quanto piuttosto su quella che inizia
dopo l'inoculazione dello specifico vaccino.
Tanto per complicare le cose va detto che non è possibile attribuire certi sintomi individuali alla SPV
specificatamente in relazione alla vaccinazione trivalente o alla trivalente con pertosse, o alla vaccinazione
rosolia-morbillo-parotite o ancora alla vaccinazione anti-haemophilus B; infatti nella pratica osserveremo che
ciascun vaccino può essere responsabile di molti dei sintomi riferiti prima, ma anche di ulteriori sintomi non
riferiti nell'elenco.
Non vi è un chiaro limite tra disturbi acuti e cronici in quanto i disturbi acuti sono spesso l'inizio di una
sofferenza cronica.
Il fatto che un paziente non ha riferito reazioni dirette in seguito ad una vaccinazione non esclude
necessariamente la possibilità che il vaccino stesso sia responsabile di disturbi cronici. Questi disturbi diventano
ben chiari solo dopo una, due, o anche più settimane e il medico non fa diagnosi di SPV in un caso cronico
perché l'intervallo spazio - temporale tra la causa (vaccinazione) e la comparsa della malattia è
fondamentalmente confuso.
Il caso numero 12 (Ellen) pag. 37 dimostra ciò. Spesso infatti è solo dopo la seconda, terza o quarta
somministrazione di un vaccino che i problemi appaiono improvvisamente. Un buon esempio in merito è il caso
numero 1 (Jurgen) pag. 16.
IL METODO OMEOPATICO
La diagnosi, il trattamento e la prevenzione vengono realizzati in accordo con il metodo omeopatico. Una
conoscenza di base dell'omeopatia è dunque necessaria. L'omeopatia fu scoperta e diffusa in tutto il mondo 200
anni fa dal medico tedesco Samuel Hahnemann.
I principi dell'omeopatia si basano sulla legge dei simili. Ciò significa che i malati andranno trattati con
medicamenti che producono in individui sani sintomi che sono simili a quelli che sono presenti nel paziente. Le
proprietà dei medicamenti vengono poi pubblicate nella materia medica.
Il rimedio omeopatico agisce sull'aspetto più profondamente energetico del disturbo, che ne è il responsabile
primario. E' chiaro perciò che le malattie possono diventare croniche solamente se la sostanza iniettata - limito
le mie considerazioni qui solo a malattie associate con le vaccinazioni - avrà già creato un disturbo energetico, o
un danno evidente ai tessuti. La sostanza iniettata è rapidamente escreta dal corpo e può essere causa di un
disturbo cronico solo nel caso in cui il tessuto sia stato danneggiato. Le malattie croniche associate con la SPV
saranno quindi prevalentemente basate su un disordine energetico.
I rimedi omeopatici diventano curativi in quanto fortemente diluiti e potentizzati. Il nostro punto di partenza per
il trattamento della SPV è una diluizione 1:100 in acqua pura del vaccino, energicamente scosso 100 volte
(potentizzazione). Questo trattamento ci porterà alla potenza 1K o 1C. Una parte di essa viene poi mescolata
con 99 parti di acqua e potentizzata 100 volte per produrre la potenza 2K o 2C. Se useremo ripetutamente la
stessa fiala produrremo le potenze K o Korsakov. Se invece useremo una fiala diversa per ciascuna diluizione,
otterremo le potenze CH o centesimali hahnemanniane. Continuando questa procedura 30 volte, otterremo la
30K o 30C. Per guarire da una malattia in modo completo è spesso necessario somministrare rimedi di
differenti livelli energetici. Tanto più alta la potenza tanto più sottile sarà la vibrazione del rimedio. E' stato
osservato sperimentalmente che taluni livelli di potenza portano a migliori risultati, così per anni abbiamo usato
in sequenza la 30CH, la 200CH, la 1000CH (MCH), e la 10000CH (XMCH). Personalmente uso sempre le
potenze K, ma gli stessi risultati possono essere ottenuti usando le potenze CH.
Una 30K o 30 CH può essere definita come una potenza puramente energetica che è stata diluita in modo seriale
30 volte (100-30) e potentizzata 30x100 volte (10030).
Se è un vaccino la causa di un disturbo, quello stesso vaccino in diluizione omeopatica (DKPT 30K) sarà il
rimedio perfettamente corrispondente (simillimum) e potrà perciò essere considerato sia un rimedio che un
agente diagnostico.
NB: (L'autore usa le potenza K, quindi il lettore troverà nel testo 30K, 200K, MK, XMK, cui può far
corrispondere dosi 30CH, 200CH, MCH, XMCH.)
PRINCIPI GENERALI
Come può essere possibile che diluizioni omeopatiche di un vaccino possono curare dei disturbi causati dallo
stesso vaccino? In realtà il vaccino è l'agente della malattia e l'omeopatia ha fin dalle sue origini usato degli
agenti che causano malattie, trasformandoli in rimedi dopo diluizione e potentizzazione. Medicamenti come
Tuberculinum (tubercolosi), Syphilinum (sifilide) e Medorrhinum (gonorrea), furono applicati con successo nel
diciannovesimo secolo, e tuttora usati frequentemente in omeopatia.
Quando una malattia si è instaurata sul livello energetico - stiamo parlando di malattie croniche - sarà possibile
usare l'agente causale della malattia in forma potentizzata (rimedio omeopatico). Queste malattie possono essere
causate non solo dai vaccini, ma anche da altre medicine allopatiche. Il decorso della malattia di Peter, caso 2
pag. 32 è un chiaro esempio di ciò.
Malattie ad insorgenza naturale, come varicella, influenza, Pfeiffer, cytomegalovirus, etc. possono ugualmente
essere causa di sintomi cronici molto tempo dopo la scomparsa della malattia attuale.
Vedi caso 3, Henri, pag. 32.
DIAGNOSI
La SPV si diagnostica essenzialmente sulla base di domande attentamente scelte e dirette al paziente o ai suoi
genitori.
Il medico dovrebbe sempre considerare con serietà una diagnosi di sindrome post-vaccinica ogniqualvolta i
disturbi cominciano dal momento della vaccinazione o in periodo immediatamente successivo. Il trattamento,
seguendo le indicazioni di questo libretto, dovrebbe essere considerato come elettivo. Ciò anche per ovviare una
penosa e infinita serie di esami e terapie, come molti casi clinici illustreranno successivamente. Laddove
osserveremo risultati positivi con questo trattamento, la sospetta diagnosi di SPV verrà confermata. Solo in un
secondo tempo, se il paziente non trarrà un beneficio completo dal trattamento effettuato, sarà opportuno far
seguire una diagnosi di follow-up. Il caso clinico seguente ci illustra quanto lungo e penoso possa essere questo
processo.
Caso 4
Luuk è nato ai primi di novembre del 1994 e ha ricevuto il 15 febbraio 1995 la prima inoculazione di
DKTP/HIB (*). Alcuni giorni dopo si ammalò; presentava un quadro caratterizzato da respiro corto e
rumoroso. Il medico di famiglia prescrisse Bricanyl e Clamoxyl (*), ma non fu sufficiente per cui fu
somministrato un 2° ciclo di Clamoxyl. L'11 di aprile il reperto obiettivo indicava che i suoi polmoni erano
completamente puliti e così ricevette la seconda inoculazione di DKTP/HIB. Due giorni dopo manifestò una
diarrea della durata di una settimana, per la quale lo stesso medico prescrisse Diarolyte (*). L'11 maggio fece
la terza vaccinazione di DKTP/HIB ed il 16 maggio il bambino ripresentò dispnea per la quale il suo medico
riprescrì il Clamoxyl, questa volta insieme a Deptoprine. Visto che la condizione di Luuk non migliorava, a
metà giugno venne somministrato Atrovent e Erythrocine (*). Il 23 giugno un nuovo ciclo di Erythrocine con
aggiunta di Zaditen (*), e il 13 luglio (4 mesi dall'inizio della sua malattia) fu visto da un pediatra, che non fece
alcuna diagnosi ma suggerì di sospendere il trattamento. La salute di Luuk migliorò gradualmente. Il 21
novembre venne somministrata la 4° DKPT/HIB. Il 26 di novembre cominciò ad avere scariche di muco
nasale, a tossire e a soffrire nuovamente di dispnea. Luuk era in viaggio per andare a trovare i nonni in
un'altra città e la madre consultò un medico di base del luogo, che diagnosticò SPV e suggerì alla madre di
portarlo al mio studio. Il lunedì successivo visitai il bambino che presentava difficoltà respiratorie e un forte
stato di congestione polmonare.. Prescrissi una soluzione di DKTP/HIB 30K. Già nelle prima 24 ore i
problemi respiratori erano migliorati. Per diversi giorni continuò a tossire e ad espettorare e durante la
settimana successiva il catarro scomparve completamente. Per completare l'eliminazione del disturbo causato
dai vaccini gli venne prescritta una serie successiva di vaccini potentizzati dalla 30K alla XMK per 4 giorni
consecutivi. Da allora (sono trascorsi 9 mesi) Luuk non si è più ammalato.
A causa della sua grande efficacia ed affidabilità questa metodologia ci offre una opportunità eccellente per
stabilire la causa di certe malattie. Possiamo seguire passo dopo passo quale vaccino o medicina sia stata causa
di un certo disturbo. Questo schema ci permette anche di scoprire la causa della tanto discussa "Sindrome della
giungla" ("Jungle syndrome"), un disturbo che ha colpito moltissimi giovani soldati e per la quale la medicina
tradizionale non ha potuto offrire nè una procedura diagnostica efficace ne una soddisfacente terapia. Il caso di
Johan, un marinaio di 19 anni, è un chiaro esempio di questa procedura diagnostica e terapeutica (vedi il caso 5,
pag. 33).
TRATTAMENTO
Il trattamento avviene con vaccini potentizzati. Il miglior metodo per una SPV cronica di solito è la
somministrazione del rimedio in quattro differenti potenze per quattro giorni consecutivi; il primo giorno 30CH,
il secondo giorno 200CH, il terzo giorno MCH, e il quarto giorno XMCH. Ogni somministrazione consiste in
circa dieci globuli da sciogliere direttamente in bocca senza alcun liquido. I granuli si sciolgono completamente
in circa un minuto. E' buona prassi consigliare di non mangiare o bere o lavarsi i denti mezz'ora prima e dopo
questa somministrazione, per permettere al medicamento di agire senza interferenze. Se i sintomi si aggravano
dopo una di queste quattro potenze, sarà sempre necessario aspettare la fine della reazione prima di continuare il
trattamento. In questi casi viene ripetuta la stessa potenza. Questo procedimento viene continuato finché il
paziente non avrà più reazioni, cosa che in genere avviene dopo una o due dosi ripetute. A questo punto la serie
viene completata. E' anche possibile trattare una reazione curativa grave con una dose 30CH sciolta in
soluzione. In questo caso si sciolgono dieci globuli in mezzo bicchiere d'acqua che viene poi somministrata, un
sorso o un cucchiaino, ogni volta per uno o due giorni. La reazione più comune in questi casi è la comparsa di
febbre, che non richiederà particolari trattamenti. Se un bambino è vulnerabile, per esempio a causa di
complicazioni da uso di vaccinazioni multiple o se è un vero caso di ipersensibilità, ciascuna potenza può essere
somministrata settimanalmente. Eventuali reazioni gravi possono allo stesso modo essere trattate con ripetizioni
settimanali della stessa potenza, fino alla completa assenza di reazioni. Se i disturbi non sono completamente
scomparsi, dopo tre settimane, l'intera serie può essere ripetuta. In genere è sufficiente un numero di serie da
una a tre.
Nei casi acuti il trattamento è praticamente lo stesso, e si differenzia solo nel fatto che daremo preferenza alle
soluzioni acquose delle potenze 30CH o 200CH , come descritto precedentemente. Questa soluzione è
somministrata sotto forma di un sorso o un cucchiaino ogni ora, per un certo numero di giorni; generalmente tre
giorni saranno sufficienti. (vedi il caso 6, Ragma, pag. 34).
Anche casi di SPV di lunga durata possono essere trattati con successo, come è illustrato dal caso 7 pag. 35,
che durava già da undici anni e il caso 8 pag. 36, che aveva un'anamnesi vecchia di 17 anni. In entrambi i casi i
disturbi vennero completamente curati.
PREVENZIONE
I medici omeopatici raccomandavano, e molti ancora raccomandano, una dose di Thuja 30CH prima di una
vaccinazione. Personalmente ho avute esperienze del tutto negative con questa metodologia e non sono mai
stato in grado di confermarne l'efficacia. La pediatra Yvonne Pernet ha raccomandato per molti anni una dose di
Thuja 30CH anche ai genitori di tutti i bambini che venivano vaccinati. Quando cominciò anche lei ad utilizzare
come preventivi i vaccini potentizzati, la differenza nei risultati fu nettissima. Con questo nuovo metodo infatti
vi era una chiara riduzione degli effetti collaterali da vaccino. Infatti in questo modo il livello energetico viene
salvaguardato in modo tale che il vaccino non sarà in grado di disturbarlo. E' come se l'organismo venisse
preavvertito che una malattia "artificiale" si sta avvicinando e può perciò mantenere con più efficacia il suo
equilibrio. Va ricordato che malattie croniche possono insorgere soltanto perché i livelli più profondi della
nostra energia sono stati disturbati. Si procede come segue: due giorni prima della vaccinazione si deve
somministrare il vaccino potentizzato (per esempio DKPT) alla 200CH, circa dieci granulini, da ripetersi dopo
la vaccinazione lo stesso giorno. I granuli sono di lattosio e saranno rapidamente sciolti in bocca. Se non vi
saranno successive vaccinazioni per qualche tempo, considero una buona idea somministrare lo stesso vaccino
potentizzato il mese dopo, a potenze crescenti per quattro giorni consecutivi - 30CH, 200CH, MCH, XMCH - in
modo da poter correggere qualsiasi possibile disturbo ai livelli energetici più profondi. Se nonostante tutto
insorgessero complicazioni - la qualcosa non può mai escludersi completamente - nonostante tutte queste misure
preventive, raccomando una soluzione acquosa della 200CH, da somministrarsi per tre giorni in fase acuta e di
ripetere la intera serie le settimane successive (vedi il caso 9, Lisette, pag. 17).
DANNI AL MECCANISMO DI DIFESA IMMUNITARIO
Sebbene in astratto l'immunità dell'organismo contro certe malattie potrebbe aumentare per mezzo di un vaccino
- che è ciò che si desidererebbe - la pratica in realtà mostra che l'intero sistema difensivo può risultarne molto
indebolito. Osserviamo ad esempio un gruppo di bambini, apparentemente in buona salute, sviluppare dopo una
vaccinazione tutta una serie di infezioni; oppure bambini in cui preesistenti disturbi si aggravano lentamente. E'
quanto illustrato dal caso di polmonite numero 6 (Ragma, pag. 34). Un sistema immunitario indebolito si
manifesta spesso con raffreddori cronici, infezioni agli orecchi, bronchiti e mal di gola. Ciò che succede in
genere è che il medico di famiglia e successivamente il pediatra prescriveranno la terapia antibiotica. In casi
simili l'indebolimento dell'immunità è già osservabile: gli antibiotici saranno infatti meno efficaci e se ne
renderanno indispensabili numerosi cicli consecutivi. E spesso nonostante ciò le infezioni possono continuare
per settimane, persino mesi. Questo indebolimento immunitario si potrebbe ascrivere a uno spostamento dal
livello dell'immunità cellulare (legata all'attività dei leucociti) a livello della immunità umorale (quella legata
all'attività anticorpale). Le vaccinazioni rinforzano l'immunità umorale e indeboliscono quella cellulare. Se
ciò accade quando il bambino ha solo pochi mesi di vita e la sua immunità cellulare è in via di formazione, la
conseguenza sarà una forte diminuzione del suo meccanismo naturale di difesa e una maggiore sensibilità a
contrarre infezioni in genere.
Johan E. Sprietsma (2) è dell'opinione che se il sistema immunitario dell'organismo viene spostato troppo dal
livello cellulare al livello umorale diventa molto meno efficace e qualsiasi disturbo comincia ad assumere un
carattere di cronicità.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Ginevra, aprile 1977) ha confermato l'enorme incremento delle
malattie infettive. Questo verrebbe spiegato come il risultato della raggiunta autosufficienza dei paesi ricchi e le
deplorevoli condizioni igieniche nei paesi poveri. Ma è così vero che nei paesi poveri le condizioni sono oggi
più deplorevoli di quanto non siano mai state ?
La malaria e la tubercolosi sono tornate in molte parti del mondo e sono diventate più difficili da fronteggiare.
Lo stesso dicasi per la peste, la febbre gialla, la difterite e il colera. L'OMS considera tutto ciò conseguenza
della penetrazione umana in aree della terra precedentemente non abitate , e della sovrappopolazione urbana. Il
collasso degli stati del vecchio blocco sovietico e l'enorme mole del traffico aereo (più di 50 milioni di persone
annualmente) sono spesso indicate come cause associate. Peraltro le condizioni di vita in molte nazioni non
sono profondamente cambiate per diverse decadi, e le migliorate condizioni economiche nei paesi ricchi non
posso essere considerate tali da aver ridotto realmente la sensibilità alle infezioni; al contrario in queste aree
riscontriamo un incremento di malattie infettive. Altre cause considerate dall'OMS sono: l'invecchiamento, la
migrazione, il turismo, e la produzione industriale del cibo. Quest'ultima causa certamente non va sottovalutata.
Si è stabilito ormai che nel nostro opulento occidente stiamo gradualmente diventando sottoalimentati a causa
dell'intera struttura della produzione della catena alimentare, in relazione alla preservazione, produzione e
preparazione del cibo. La credenza che una dieta varia assicuri un'adeguata nutrizione è stata a lungo dibattuta
ed è stata ora spazzata via dai risultati delle ricerche scientifiche. Ma l'OMS sembra non far caso al fatto che le
popolazioni sia dei paesi ricchi che poveri mostrano scarse difese e sono perciò diventate più che mai
suscettibili. Una persona con buone difese immunitarie non ha molta necessità di preoccuparsi delle malattie
infettive. La medicina tradizionale attribuisce l'incidenza di una infezione a contaminazioni esterne laddove in
realtà chi gioca il ruolo fondamentale è solo il sistema difensivo dell'individuo. La sola causa che realmente
incide sull'intera popolazione mondiale è la molteplicità di vaccini che vengono somministrati ai neonati, spesso
entro pochi giorni dalla nascita. Sono in grado di affermare, avendo ormai un'esperienza di molti anni, che sono
stati proprio questi vaccini a causare la caduta delle resistenze organiche a ogni sorta di malattia infettiva. Ho
potuto osservare questo fenomeno sia in Olanda che in Nepal, dove ho lavorato per diversi mesi come medico
omeopatico. Soprattutto nei paesi poveri, dove le difese generali sono basse, per malnutrizione e inadeguate
condizioni igieniche, le vaccinazioni di massa hanno portato ad un fondamentale incremento nei pericoli per la
salute umana e a ciò fa seguito che ogni malattia infettiva, sia vecchia che nuova, può esplodere con grande
facilità. Per esempio ai bambini nepalesi appena nati viene somministrata una iniezione di BCG, infettandoli
con la tubercolosi prima della fine del primo giorno di vita, mentre non più tardi del 1979 la stessa OMS
pubblicò i risultati di un progetto di ricerca parallelo molto esaustivo sull'efficacia della vaccinazione BCG nel
sud dell'India, che coinvolse 260.000 persone che furono seguite con un follw-up di sette anni e mezzo. Vi
parteciparono due gruppi tribali, e i risultati dimostrarono che la vaccinazione BCG era interamente priva di
qualsiasi valore protettivo. (" La distribuzione di nuovi casi di tubercolosi bacillare tra i non infettati al
momento dell'inoculazione non ha dimostrato alcuna evidenza di effetto protettivo da parte dei vaccini BCG ").
Un anno dopo, in un articolo dal titolo, E' vero che la vaccinazione BCG protegge il neonato e il bambino
piccolo?, H.G. ten Dam e K.L. Hitze asserirono che vi è pochissima evidenza diretta dell'efficacia della
vaccinazione BCG contro la tubercolosi infantile (13). Mi è incomprensibile il fatto che in Nepal e in molti altri
paesi si somministri una vaccinazione BCG alla nascita: è sicuramente non nell'interesse del neonato essere
infettato con la tubercolosi, e ferito nel suo meccanismo generale di difesa, a una così tenera età. Se
l'esposizione ad una infezione naturale alla tubercolosi non garantisce resistenza contro possibili successive
infezioni tubercolari, come possiamo aspettarcela da una forma attenuata ?
E' arrivato il tempo secondo me di fare serie considerazioni sugli effetti delle vaccinazioni verso l'immunità da
quelle persone il cui interesse su questo argomento non è finanziario.
Hanse Rümke per esempio pediatra al RIVM(*), Bilthoven, Olanda, che è il responsabile della qualità della
produzione dei vaccini in Olanda - ed è anche membro degli effetti collaterali! - parla del libro che avete in
mano sulla SPV definendolo "pericolosa spazzatura" in quanto egli è seriamente preoccupato su ciò che
potrebbe accadere se la SPV ricevesse un riconoscimento più ampio (7). Anche qui, vediamo, esiste un conflitto
di interessi. Io credo che i tempi siano maturi per un comitato sugli effetti collaterali del tutto indipendente, e in
nessun modo coinvolto con la politica delle vaccinazioni. Fino ad ora gli effetti collaterali delle vaccinazioni
sono stati considerati una minaccia alla politica delle vaccinazioni stesse e un'approccio più critico, persino
quelli basati interamente sull'esperienza clinica, vengono derisi e indicati come "spazzatura" senza alcun
confronto con i responsabili di queste serie ricerche.
Una ricercatrice, Viera Schneibner, che ha condotto una gigantesca quantità di ricerche sulle conseguenze da
vaccini basate esclusivamente su materiali tratti dalla letteratura medica ortodossa, ha reso le sue conclusioni del
tutto chiare già nel titolo del suo libro: Vaccinazioni, cento anni di ricerche ortodosse dimostrano che i vaccini
rappresentano un assalto medico al sistema immunitario (11). Sono arrivato alla stessa conclusione
dall'esperienza svolta nel mio ambulatorio privato e del tutto indipendentemente dalle sue investigazioni.
Gli esempi che seguono dimostrano come, la resistenza di un bambino piccolissimo possa essere quasi
impercettibilmente indebolita, e anche l'alto livello di competenza necessario per riconoscere e diagnosticare
questo processo come SPV ed infine trattarlo.
Caso 26
1. Sabina aveva circa due anni quando la vidi per la prima volta, nel marzo 1997. I suoi problemi erano iniziati
nel novembre del '96 quando cominciò ad andare al nido. Aveva frequente catarro nasale, accessi di tosse,
vomito e diarrea. Le furono somministrati tre cicli di terapia antibiotica ( novembre, dicembre e gennaio ). Prese
la varicella alla fine di novembre. Prima di allora la sua vita era trascorsa senza particolari problemi. La
gravidanza era anch'essa trascorsa bene e la bambina era nata da parto cesareo. Venne allattata al seno per sette
mesi. Ricevette le prime vaccinazioni nei tempi dovuti. A seguito della prima DKTP/HIB ebbe il primo episodio
di raffreddore e la sua ultima vaccinazione ( luglio 96 ), la MMR, non fu seguita da reazioni apprezzabili. Infatti
i problemi iniziarono solo tre mesi dopo, quando iniziò a frequentare il nido tre volte a settimana. La madre la
descriveva a questo punto come " un vero supplizio ", un'aggressiva, che si arrabbiava rapidamente quando le
cose non andavano e cominciava a tirare oggetti. Avida di apprendere, contenta, chiassosa, aveva anche
problemi con l'alimentazione e il sonno. Era molto chiacchierona, con una reazione violenta al dolore e non
poteva mai lasciar correre. Adorava essere abbracciata e le piaceva succhiare il ciuccio. Pallida d'aspetto, grande
difficoltà a mangiare cibi caldi, ma aveva piacere a mangiare il pane. Beveva molto, specialmente se non stava
bene. Aveva bisogno di mangiare molto tra i pasti. Vi è una forte storia di cancro e diabete nella famiglia; il
ramo paterno tende all'obesità. Secondo un criterio omeopatico, questa bambina mostra chiaramente un quadro
Saccharum, che perciò prescrissi alla dose 200K, una volta ogni due settimane.
Le difese immunitarie in questo caso erano state sicuramente indebolite. Era inoltre figlia unica, con pochi
contatti con altri bambini. Questa è probabilmente la ragione del perchè i suoi problemi cominciarono all'asilo
nido.
Dieci giorni dopo l'inizio del trattamento la madre mi telefonò per dirmi che c'era stato un aggravamento e che
Sabina presentava una temperatura di 40°C. Prescrissi Saccharum officinale 30K in acqua, un sorso ogni ora,
ma la mattina dopo si era ulteriormente aggravata e la madre era in preda al panico. Prendemmo un
appuntamento perchè potessi vedere la bambina e mi sembrò trattarsi di un'otite bilaterale. A livello bronchiale
non vi erano segni. Conclusi perciò che c'era un altro livello che stava bloccando l'efficacia del rimedio
costituzionale (Saccharum officinale), un livello che faceva da schermo al livello energetico del Saccharum.
Quest'ultimo non era stato in grado di aumentare le difese della bambina e quindi quella sua debolezza a
rispondere al trattamento doveva imputarsi a un'origine diversa da quella costituzionale. L'esperienza mi
suggerisce ormai che le vaccinazioni sono la spiegazione più comune di questo tipo di problemi, e che in
Sabina, con una vita così breve, questa era la spiegazione più probabile, quindi decisi di somministrare
immediatamente MMR 30K, per combattere l'effetto di quel vaccino somministrato tre mesi prima. Il giorno
dopo Sabina era sfebbrata, dopo aver trascorso una buona nottata di sonno ed era visibilmente migliorata. La
somministrazione di MMR venne continuata con potenze più alte nelle settimane successive, e dopo cominciai
con i vaccini potentizzati DKTP e HIB. Fu così che Sabina venne completamente curata dalla SPV e fu solo
allora che anche la madre realizzò che Sabina era stata sconvolta nel suo equilibrio prima del periodo dell'asilo
nido. Ora la piccola ha ricominciato a essere una bambina felice,ed è tornata a essere la delizia di tutti i
familiari.
Caso 27
2. Il caso di Sanne è anch'esso molto interessante. E' notevolmente malata: in particolare presenta attacchi
epilettici e polmoniti. Ho la bimba sotto trattamento da sette anni e in tutto questo tempo non ha mai dovuto
essere ospedalizzata, sebbene talvolta la cosa era fortemente nell'aria, e devo ammettere che in gran parte il
merito va ai genitori, il cui coraggio e competenza hanno notevolmente influenzato il suo benessere. L'ho vista
perciò molto di rado negli ultimi anni, perchè erano sufficienti le consultazioni telefoniche e la collaborazione
con il medico di base, che la visitava di tanto in tanto, per tenere sotto controllo le polmoniti e per prevenire
l'aggravamento dell'epilessia. Per queste situazioni la bambina rispondeva molto bene ad Opium e a Cuprum
metallicum. E così arrivammo al nono compleanno; a questo punto si decise di vaccinare con la DTP e l'MMR,
anche se non nella stessa giornata. Alla fine di febbraio la madre mi telefonò perchè la solita polmonite
sembrava imminenete, ma stavolta Opium non funzionò, neanche a potenze crescenti. Il nuovo medico di base
voleva ospedalizzare la piccola ma la madre si rifiutò: lei stessa predispose l'alimentazione per flebo e col suo
consenso decidemmo di tentare la terapia antibiotica, sebbene in passato non avesse mai sortito un esito
positivo. Sembrò migliorare all'inizio, ma il terzo giorno dopo il ciclo di antibiotici era esattamente nelle
condizioni di partenza con una chiara polmonite in corso. Ci consultammo con il precedente medico di base.
Prescrissi invano Cuprum metallicum e Cuprum sulphuricum. Perciò fece seguito un secondo ciclo di
antibiotici, di nuovo senza effetti. Niente sembrava efficace. A seguito di un attento studio cronologico scoprii
che Sanne aveva ricevuto la MMR a ottobre e la DTP sei mesi prima. Iniziai immediatamente con un sorso ogni
ora di MMR 30K, e il giorno dopo la piccola ebbe un magnifico quadro sintomatologico tipo Opium. Dormì
tutto il giorno, non si riusciva a svegliarla, gli occhi rivolti all'indietro. Guarì perfettamente in una settimana,
prima grazie a Opium, poi a Cuprum metallicum. La sua reattività recuperò completamente dopo che anche la
vaccinazione DTP venne disattivata.
Tutto ciò mostra chiaramente come un rimedio " costituzionale " per sette anni, sempre con grandi risultati, può
fallire a causa delle inoculazioni, e come anche gli antibiotici possano fallire. Ciò che diventa indispensabile è
quindi il ritorno alla norma del sistema immunitario, controbilanciando la SPV per far sì che i rimedi omeopatici
ed eventualmente persino gli antibiotici possano funzionare di nuovo. I casi che seguono sono altri chiari
esempi di gravi diminuzioni nella resistenza immunitaria: caso 10, Patrick, pag. 36, caso 11, Hanneke, pag. 37,
e caso 12, Ellen, pag. 37.
CAMBIAMENTI DI UMORE, MODIFICAZIONI
CARATTERIALI
Ci si può aspettare che un bambino con un raffreddore, o con difficoltà uditive e un'infiammazione all'orecchio
diventi caratterialmente difficile, piagnucoloso, di cattivo umore, ecc. Vi è ancora un certo numero di bambini
che sviluppa disturbi comportamentali dopo una vaccinazione, e che non possono essere semplicemente
inquadrati dal punto di vista clinico come bambini difficili. Fino ad oggi nessuno ha posto un'attenzione
approfondita ai disturbi di questo tipo e nessuno, a parte un gruppetto di "iniziati", sospetta che le vaccinazioni
possano profondamente interferire con il carattere dei bambini. I genitori mi dicono regolarmente dopo la
terapia di neutralizzazione dei vaccini: "E' incredibile, ma mio figlio è proprio come era prima, ed è di nuovo
contento proprio come prima delle inoculazioni. Ha smesso di lamentarsi, ora è di nuovo un piacere passare il
tempo con lui mentre prima era diventato un compito pesante". E' significativo che nella maggior parte dei casi i
genitori non si erano particolarmente lamentati del comportamento dei loro figli; piuttosto erano venuti in
ambulatorio per la cura di disturbi fisici. Questi genitori generalmente non si lamentano con il loro medico per i
disturbi emotivi dei loro figli; solo in casi molto gravi questo avviene, e la causa del problema non viene mai
associata alle vaccinazioni. Sono convinto che le due principali cause dei disturbi comportamentali nei bambini
sono:
a) un disordine nel metabolismo dei carboidrati
(zuccheri)
b) le vaccinazioni.
(Sono attualmente coinvolto in una ricerca sul punto a), il risultato della quale verrà pubblicato alquanto prima)
Caso 1
Jurgen ci dà un buon esempio di quanto sopra. Aveva esattamente un anno di vita quando la madre me lo portò
per la prima volta in ambulatorio. A tre settimane di vita prese un raffreddore dal quale di fatto non era ancora
guarito. Fino a sei mesi mostrava un carattere quieto ed amabile, ma questo aspetto rapidamente cambiò:
divenne agitato, chiassoso e presentava spesso delle sindromi febbrili di un giorno, una decina di volte l'anno.
La madre disse che il figlio era completamente cambiato, era difficilissimo accontentarlo, rifiutava di sederle in
braccio, neppure per giocare o chiacchierare. Proprio nello stesso periodo aveva ricevuto varie vaccinazioni
"senza assolutamente problemi", con la sola eccezione un mese prima della quarta inoculazione di DKTP/HIB,
cui seguì una reazione febbrile di un giorno. Ebbe anche difficoltà alla dentizione, con temperatura elevata e
diarrea. I suoi raffreddori erano caratterizzati da rinorrea acquosa, espettorato mucoso e respirazione rumorosa.
"Senti sempre qualche rumore" riporta la madre. Dai sei mesi di vita furono aggiunti alla dieta lattea vegetali e
succhi di frutta.
Il bambino dunque soffriva di raffreddori già a tre settimane di vita, lasciando presumere che avesse una
tendenza innata alle infezioni, con difese deboli. Però l'enorme cambiamento caratteriale a sei mesi di vita fu la
cosa che più mi colpì nel racconto. Teoricamente il cambio dietetico avrebbe potuto esserne responsabile, ma
non fui molto convinto della spiegazione. Pensai piuttosto ad una sindrome post-vaccinica.
Questo significava perciò somministrargli una serie di DKTP/HIB potentizzate che con ogni probabilità
avrebbero dovuto invertire le modificazioni caratteriali. Le sue deboli difese immunitarie - indicate dai suoi
continui raffreddori - sarebbero state trattate in seguito, dal momento che erano presenti già prima del periodo
delle vaccinazioni. Dopo un ciclo di DKTP/HIB 30K, che venne somministrato la sera prima di andare al letto,
ebbe crisi di pianto incessante per quattro ore, dopo di che il suo umore fu notevolmente migliorato. Ebbe
scariche di diarrea il giorno dopo. La dose 30K fu perciò ripetuta alcuni giorni dopo, e quindi le altre potenze
fino a completare la serie. Ho visto di nuovo Jurgen tre settimane dopo. La madre racconta che il suo carattere è
notevolmente migliorato, il bambino è molto più contento, si fa tenere in braccio, si dimostra totalmente felice,
per esempio quando i genitori ritornano a casa. E' anche più contento nel modo di giocare, non passa più da un
gioco all'altro, l'agitazione motoria è molto ridotta. Dall'inizio del trattamento ha spesso episodi di diarrea e di
sonno agitato, con risvegli notturni e desiderio di giocare. Quando la madre esce di casa spesso urla. Ho perciò
prescritto serie ripetute di DKTP/HIB potentizzate, alle quali il bambino reagì con tre giorni di febbre a 40°C,
rinorrea, tosse e congiuntivite. A questo fece seguito un periodo con frequenti attacchi di diarrea, rifiuto del
cibo e continui raffreddori. Successivamente ebbe un periodo con disturbi fisici legati alla dentizione, tosse con
espettorato e respiro rumoroso. Sembrava come se il paziente fosse disturbato da qualcosa di più delle
conseguenze da vaccino, così decisi sulla base dei suoi sintomi di trattarlo con Cuprum Metallicum. Finalmente
recuperò del tutto: riprese a dormire normalmente, la diarrea scomparve e così anche i raffreddori e le
congiuntiviti. Jurgen è completamente guarito.
Caso 9
A seguito della inoculazione della DTP all'età di quattro anni, Lisette manifestò un enorme declino nel suo
sviluppo, malgrado l'assunzione, due giorni prima della vaccinazione e poi anche lo stesso giorno, di una dose
di DTP 200K. Cominciò ad avere dei disturbi di nutrizione , era sempre stanca ed anche forti episodi regressivi
di ordine caratteriale: ricominciò a dire parole senza senso, voleva essere di nuovo allattata al seno e a bere dal
biberon. Divenne apatica, restava tutto il tempo stesa a terra e voleva essere sempre coccolata. Nello stesso
tempo sviluppo grande ipersensibilità al dolore. Somministrai la serie completa di DTP 30K, 200K, MK, XMK
per quattro giorni, e da quel momento in poi i disturbi scomparvero completamente e il suo sviluppo continuò in
modo normale.
Caso 25 (extra)
La madre di Lotte mi telefonò il 20 novembre 1995 perché la figlia di quattro anni con cui era in vacanza aveva
cominciato a tossire. Manifestava inoltre una gran stanchezza e sembrava infelice visto che i sintomi non erano
scomparsi da soli. La madre li attribuì al forte e inusuale caldo e al fatto che la bambina aveva da poco iniziato
le scuole elementari. Alle mie domande dirette scoprii che aveva ricevuto il 26 giugno una iniezione DTP,
apparentemente senza sviluppare problemi. La tosse cominciò circa una settimana dopo. Quindi la trattai per
quattro giorni con la serie DTP 30K - XMK. Il 30 novembre la mamma mi telefonò per dirmi che tutti i sintomi
erano scomparsi. Era scomparsa la tosse e la bambina era tornata attiva e di buon umore, come era sempre stata.
Riportò che dopo la terza dose (DTP MK) Lotte ebbe una febbre a 38.5°C, e perciò la madre aspettò un giorno,
ripetè la dose MK e quando non ci fu più alcuna reazione dette la dose XMK il giorno successivo.
POSSIBILITA' DI AUMENTO DEI
RISCHI NELLE GENERAZIONI SUCCESSIVE
Quando i genitori hanno avuto problemi di salute dopo una vaccinazione, che spesso sono passati inosservati, vi
è una maggiore probabilità che la loro progenie possa soffrire di SPV. Il fatto che numerosi bambini della stessa
famiglia abbiano manifestato disturbi nel periodo delle vaccinazioni ne può essere una conferma.
Caso 13
Il caso di Ralf è un esempio interessante. Mi ha consultato ad un anno e mezzo per un eczema iniziato all'età di
sette mesi. Una settimana dopo la vaccinazione DKTP/HIB e BMR iniziò a svegliarsi la notte con urla, in uno
stato di vero panico, e rifiutava di andare a dormire; doveva essere allattato per riaddormentarsi. Dopo la
terza inoculazione di DKTP/HIB iniziò anche a vomitare e ad evacuare feci di odore fetido. L'eczema si
aggravò seriamente dopo il BMR, il bambino divenne aggressivo, teso e cominciò a tirare oggetti. La madre mi
riferì di un vero e proprio crollo nervoso. Mi disse che il bambino era stato del tutto tranquillo per i primi sei
mesi e che per gli ultimi sei mesi era invece diventato agitato e incline a sviluppare continui raffreddori. Dal
settimo mese cominciò a bere molto la notte, e dal BMR, anche durante il giorno. Fu trattato con la serie BMR
30K, 200K, MK, e XMK e alla distanza di tre settimane con la serie DKTP/HIB 30K, 200K, MK, e XMK. Dopo
la serie BMR il bambino divenne molto più rilassato e contento e quando finì anche la serie DKTP/HIB tornò
ad essere "il bimbo che era una volta" , come mi disse la madre. Tornò ad essere pieno di energia e un pò
chiacchierone come era prima. Nonostante ciò la sua sete notturna non diminuì e il bambino non si calmava se
non dopo aver bevuto. Sviluppò successivamente un altro brutto raffreddore accompagnato da feci viscide ed
acquose. Ho fatto ripetere la serie BMR, e nei tre giorni successivi si svegliò di nuovo la notte urlando e
manifestò anche la paura di andare a letto la sera, proprio come dopo l'inoculazione del vaccino BMR. Due
settimane dopo ho ripetuto la serie DKTP/HIB e il bambino reagì allo stesso modo del BMR; anche queste
reazioni duravano per un paio di giorni. Successivamente, e in poche settimane la sete eccessiva notturna
scomparve, cominciò a dormire in modo progressivamente più profondo e nell'arco di tre mesi osservammo
l'eczema decrescere senza ulteriori terapie. Tutti i sintomi che erano comparsi a seguito delle vaccinazioni
scomparvero completamente.
Non tutti i bambini si aggravano e in modo così evidente dopo una vaccinazione. Ralf è stato uno dei pochi
fortunati ad approfittare del piano di cura completo e programmato. Il bimbo appartiene ad una famiglia che ha
una storia di gravi reazioni alle vaccinazioni. La mamma infatti si recò in Indonesia nel 1983 e fu trattata con
due iniezioni anti-colera, la DTP, l'antitifica, e una gamma globulina (*). Da allora cominciò a soffrire di
affaticamento, che continuò per undici anni (caso 7, pag. 35). Anche suo padre era stato precedentemente in
Indonesia, per il servizio militare, e fece le vaccinazioni necessarie. Ralf rappresenta il terzo caso in questa
famiglia a mostrare problemi post vaccinazioni.
OSTACOLI IMPLICITI ALL'ACCETTAZIONE
DELLA SPV
Accettare che una connessione tra le vaccinazioni e le loro conseguenze possa verificarsi solo se compare una
malattia visibile nelle prime tre giornate equivale a rinnegare la realtà stessa della SPV.
Il periodo delle tre giornate permette solo la diagnosi di SPV acuta, e ci fa escludere le più importanti e vistose
manifestazioni della SPV, cioè i casi cronici. Accettare quanto detto sopra taglia la testa completamente
all'aspetto fondamentale dell'argomento oggetto di studio. Le statistiche disponibili sugli effetti collaterali delle
vaccinazioni diventano perciò del tutto prive di significato, specialmente quando (come nel caso dei Paesi
Bassi) i soggetti politici responsabili delle vaccinazioni fanno contemporaneamente parte del comitato che
valuta gli effetti collaterali dei vaccini stessi. Una gran parte dei danni da vaccinazione si sviluppa in modo
occulto e solo successivamente potrà essere svelata con la comparsa di sintomi, settimane o anche mesi dopo la
somministrazione del vaccino.
Questa situazione è ben esemplificata dal caso di Sabina ( n. 26 ) del precedente capitolo. Il danno che ella subì
divenne evidente solo quando, tre mesi dopo, vennero svolte indagini sul suo sistema immunitario, quando
cominciò il lavoro alla nursery. Soltanto allora emerse il fatto che le sue difese naturali erano state indebolite
dalla vaccinazione MMR , che fino a quel momento non aveva dato alcun problema visibile. Eppure sono
proprio istanze di questo tipo, cioè ad esempio indicare come motivazione responsabile dei sintomi quella del
contatto con altri bambini, piuttosto che il vaccino, quelle che tipicamente sono portate avanti da chi si oppone
al riconoscimento della SPV. Non vengono svolte considerazioni sul fatto che originariamente erano presenti
delle buone difese o che il bambino è in grado di evitare di ammalarsi in seguito a qualsiasi contatto al nido,
all'asilo, a scuola o in qualsiasi altro luogo di incontro pubblico ove batteri e altri germi possano essere
trasmessi. La somministrazione di vaccini potentizzati ha dimostrato che nella maggioranza dei casi l'efficienza
del sistema immunitario indebolito può essere ripristinata, così da poter considerare quei contatti sociali
semplicemente la provocazione, non la causa, della malattia. Diventa facile, a questo punto, spiegare l'incidenza
mondiale di ogni sorta di malattia infettiva. Dobbiamo chiederci - e solo un'accurata ricerca indipendente potrà
dare una risposta soddisfacente - se non stiamo attivamente distruggendo un meccanismo indispensabile, di
vitale importanza per la nostra sopravvivenza in un mondo dove i germi sono parte integrante del mezzo
ambiente. Per molto tempo abbiamo tentato di combattere le difese generali con antibiotici, ma sembra che oggi
un naturale sistema immunitario sia diventato di primaria importanza. Per quanto buoni i rimedi terapeutici
tradizionali possano sembrare, mostrano sempre molte inadeguatezze.
E' perciò essenziale osservare ciò che accade non solo nei primi tre giorni che seguono una vaccinazione, ma
quanto avviene successivamente. L'uso di vaccini potentizzati può svolgere un ruolo importante in questa fase.
Infatti è un metodo che ci offre eccellenti opportunità per confermare o escludere una diagnosi. Ciò è prezioso e
può anche aiutarci a chiarire e ad approfondire l'estensione reale di certi problemi.
Quanto segue dimostra come allo stato attuale certi casi acuti vengano presi clamorosamente alla leggera.
Caso 28
Anita ricevette la sua terza inoculazione combinata DKTP/HIB a cinque mesi. Quella sera stessa sviluppò una
febbre a 40°, cominciò a piangere incessantemente e apparvero crampi gastrici. La madre cominciò a
preoccuparsi e il giorno dopo consultò il medico. Esaminata la bambina questi disse di non poter escludere la
possibilità di una SPV acuta, di cui comunque non conosceva il trattamento. Anita non migliorò e una seconda
visita con lo stesso medico non sortì alcuna novità. Quando la madre il terzo giorno tornò alla clinica dove alla
piccola erano stati inoculati i vaccini per chiedere consigli su questa possibile SPV, un'infermiera le rispose che
le vaccinazioni non potevano essere causa di nessun disturbo poiché qualunque effetto sarebbe terminato entro
le 24 ore. A questo punto la madre mi chiamò e io prescrissi immediatamente una soluzione di DKTP/HIB 30K,
che portò Anita a completa guarigione in 12 ore. Quando successivamente telefonai al collega del centro di
salute pubblica per fare le mie lamentele sul consiglio che era stato dato, mi venne data una risposta allo stesso
tempo priva di senso e diplomatica, e che comunque escludeva qualsiasi rimando alla SPV. Egli ripetè che
qualsiasi complicanza non poteva durare più di 24 ore. Piuttosto Anita avrebbe facilmente potuto contrarre
un'infezione che non aveva nulla a che vedere con i vaccini somministrati, e che era migliorata spontaneamente
proprio in concomitanza della mia prescrizione DKTP/HIB 30K. Per l'ennesima volta la realtà è negata ed è
attribuita a coincidenze...
RICERCHE
Il passo successivo a quanto detto sopra sarebbe quello di iniziare un progetto di ricerca parallelo (*) e su vasta
scala per cui a un gruppo di bambini viene data a scopo preventivo una dose 200CH di vaccino due giorni prima
dell'inoculazione, come descritto sopra, e ad un altro gruppo un placebo.* Questa identica procedura ( 200 CH o
placebo ) andrebbe ripetuta immediatamente dopo la vaccinazione. Un tabulato attentamente aggiornato del
bambino e del suo stato di salute, prima dell'inizio delle vaccinazioni e delle sue eventuali reazioni ad esse,
andrebbe conservato per valutare: febbre, pianto, insonnia, convulsioni, meningiti, epilessia, disturbi dei
parametri di crescita, disturbi caratteriali, infezioni quali otiti, bronchiti, asma bronchiale, eczema, includendo lo
sviluppo mentale e motorio. Il progetto dovrebbe coprire il gruppo di età dai tre mesi ai 18 mesi. In questo modo
le differenti modalità di reazione, tra bambini trattati e non con diluizioni omeopatiche potrà essere osservato su
un grafico. Un lavoro del genere creerebbe una dimensione di studio per questo problema, in quanto una
comparazione tra bambini vaccinati e non vaccinati non è mai stata svolta finora in nessuna parte del mondo,
nonostante la pratica delle vaccinazioni di massa. A queste condizioni nessun altro farmaco sarebbe permesso
sul mercato.
RACCOMANDAZIONI
Oltre le misure preventive già descritte, consistenti nell'uso del vaccino potentizzato alla 200CH, vi sono anche
altre misure preventive che possono diminuire i rischi da vaccinazioni. Questo in primo luogo significa essere
consapevoli di eventuali segnali provenienti dal bambino a seguito di una vaccinazione. E' fin troppo frequente
dare per scontato che tutto andrà per il meglio e che quindi il vaccino stesso venga somministrato di routine.
Caso 14
Nel "Tijdschrift voor Jeudgezondheidszorg" del '94 vi è una interessante descrizione. "La commissione ha
considerato il caso di una bimba, che ora ha due anni di età, il cui sviluppo psicomotorio è rimasto seriamente
ritardato. A seguito del suo parto a termine (*) aveva manifestato un normale sviluppo e un normale peso. Si
ammalò seriamente a seguito della seconda inoculazione del DKTP, con una temperatura di 41°C e sintomi
chiari di pertosse: sei settimane dopo apparve chiaro che il suo sviluppo mentale era ritardato. Anche a
seguito della prima DKTP la bambina si era sentita male con febbre a 40°C , attacchi di tosse con difficoltà di
respiro e vomito, ma in modo meno vistoso rispetto alla seconda inoculazione.
Il comitato riconosce che sebbene un legame causale (*) con le due inoculazioni non possa venire escluso a
priori, sembra piuttosto improbabile che il corso di questa malattia vada ascritta ad esse, in quanto ciò
contrasta con la letteratura scientifica a nostra conoscenza".
L'opinione della commissione rispetto a questo caso non è particolarmente interessante, ma significativa, in
quanto sottolinea come questi problemi vengano generalmente affrontati. Ciò che mi sembra particolarmente
rilevante è che i responsabili della commissione avrebbero potuto essere più cauti rispetto alla seconda
inoculazione del DKPT, avendo visto la comparsa di tosse, oppressione toracica e temperatura a 40°C a seguito
della prima. Sarebbe stato probabilmente molto opportuno decidere, nel richiamo del DKTP di non inoculare il
vaccino anti-pertosse.
Per un altro esempio del genere vedi caso 11, Hanneke, pag.37.
Sarebbe ingiusto concludere da quanto riportato sopra che gli organismi responsabili non riportino in modo
serio la descrizione dei disturbi. In realtà il problema ha due facce. In primo luogo, la maggior parte dei casi di
SPV non raggiunge la commissione di controllo perché i dottori e i pediatri non hanno un training adeguato per
riconoscere la sindrome post-vaccinica, e quindi ai genitori verrà detto che la vaccinazione non ha nulla a che
fare con la malattia del loro figlio. In secondo luogo, la commissione stessa non possiede i giusti mezzi per
stabilire una relazione definita con un vaccino laddove venga diagnosticata una sindrome post-vaccinica; tutto
ciò comporta per i genitori una grande frustrazione per le insoddisfacenti risposte del medico di turno che
cominciano con la frase: "Mi sembra improbabile che ....". L'unica possibilità per una vera conferma scientifica
sarebbe di stabilire una definita relazione in un rapporto di causa-effetto, ciò che fino ad oggi non è stato
possibile.
Il metodo descrito in questo libro offre un'eccellente possibilità per compensare questa lacuna, con un vantaggio
in più : quello di risolvere l'incertezza dei genitori e allo stesso tempo offrire buone prospettive di guarigione
per il paziente.
Il dott. Jean Elminger nel suo libro La médicine retrouvée (3) dichiara che:
- le vaccinazioni vengono effettuate troppo
prematuramente;
- troppi vaccini vengono somministrati contemporaneamente;
- i vaccini vengono somministrati troppo
frequentemente;
- vengono usati i vaccini coltivati su proteine
animali, che contengono anche additivi chimici che possono scatenare allergie.
Appare chiaro che qualche forma di azione preventiva potrà essere sviluppata verso queste circostanze.
Punto 1.
Le vaccinazioni vengono effettuate troppo prematuramente, nel senso che il neonato sta ancora
sviluppando il suo naturale sistema immunitario, quello cellulare (generale), e con la vaccinazione sarà forzato a
una stimolazione verso l'immunità umorale. Ne risulta un indebolimento del sistema immunitario nella sua
totalità.
E' interessante notare in questo contesto che la morte in culla è stata praticamente debellata in Giappone (1), che
è un paese in cui il vaccino anti-pertosse non viene somministrato prima dei due anni di vita.
Punto 2.
Caso 15
Un buon esempio della pratica dei troppi vaccini somministrati insieme ci viene fornito dal caso di Marieke.
La quarta inoculazione di DKPT e HIB venne posticipata di un pò di tempo; la bimba ricevette all'età di
quindici mesi un'altra inoculazione di DKPT, HIB e BMR. Furono somministrati tutti insieme, in totale otto
vaccini. La madre volle informarsi bene e mise in questione se questa procedura fosse giusta e le venne
risposto affermativamente. Ebbe una reazione alle prime tre iniezioni di DKPT e HIB con una febbre oltre
39°C e con crisi di pianto inconsolabile - specialmente i primi giorni -. Il nono giorno dopo questa
inoculazione massiva ebbe una crisi convulsiva con rantoli, respirazione ostruita e il lato destro del suo corpo
divenne completamente rigido. La febbre salì fino alla temperatura di 41,2°C. Venne quindi ospedalizzata e
furono eseguiti test del sangue e una puntura lombare; fu esclusa diagnosi di malattia infettiva. Dopo due
giorni sembrò aver recuperato completamente, ma in terza giornata alle otto ebbe un grave attacco epilettico
che durò fino a sera. La bambina era irriconoscibile, il linguaggio si limitava a "Hmmm, Hmmm,....". Si
dondolava continuamente avanti e indietro e non aveva più un contatto oculare , nel senso che il suo sguardo
era perso nel vuoto. Era diventata una bambina invalida che aveva bisogno di nuovo di essere imboccata per
mangiare, non poteva più camminare carponi né parlare. Aveva praticamente smesso di crescere.
Marieke sembrava aver perso il suo senso di equilibrio; nei movimenti oscillava con le braccia e i genitori
erano stati costretti già da due mesi a un supporto di fisioterapia e di terapia del linguaggio. Diceva soltanto
"Mamma" e "Papà". In compenso i medicamenti erano stati ridotti dopo tre mesi, perché gli attacchi epilettici
non si erano ripetuti.
La vedo per la prima volta a due anni e mezzo; fino ad allora non era ancora stata diagnosticata la SPV. Il
pediatra di famiglia aveva spesso chiesto alla madre se fosse convinta che la malattia della figlia dipendesse
dai vaccini, e la madre rispose che ne era convinta al 99%. Ma anche in questo caso una prova definitiva sul
nesso causale venne solo con l'uso dei vaccini potentizzati. Cominciammo perciò il trattamento con molta
cautela, utilizzando somministrazioni settimanali del solo BMR in diluizione omeopatica. Non era per niente
certo che Marieke potesse guarire completamente dallo stato in cui si trovava.
Il trattamento cominciò il 22 aprile e la rividi il 14 agosto, circa 4 mesi dopo. Aveva ricevuto ciascuna potenza
del BMR due volte, perché la sua condizione si aggravava dopo ogni somministrazione. L'ultima dose (XMK)
l'aveva ricevuta tre settimane prima.
Marieke era già cambiata enormemente. Fin dall' inizio del trattamento sviluppò un'abbondante secrezione
nasale ed entrò in una fase di grande sensibilità emotiva che si manifestò con delle crisi di pianto praticamente
per qualsiasi cosa e con continui momenti in cui si aggrappava alla madre, proprio come quando era
ricoverata in ospedale. Inoltre era in grado di sentirsi nuovamente sicura con il papà e la mamma e poteva
essere lasciata in compagnia di gente che conosceva. Al telefono la madre mi disse che la vedeva molto
migliorata. La bambina è più libera, è più sociale con le persone, è decisa in ciò che vuole, essendo la sua
coordinazione migliorata notevolmente. Il suo grado di sopportazione non è più quello di una neonata, e il suo
controllo muscolare e il senso dell'equilibrio avevano fatto progressi da gigante. Ora era in grado di
camminare nuovamente senza far oscillare le braccia, non presentava più midriasi e la sua ipersensibilità alla
luce si era molto ridotta. La qualità della digestione anche migliorò, non vi era più cibo indigerito nelle feci e
anche l'odore era diventato normale. Migliorò anche la capacità di comunicare; cominciò ad usare qualche
nuova parola sebbene rispetto all'età ancora aveva un ritardo di linguaggio. Parlando in generale si può dire
che la bambina era, rispetto alla sua età, indietro di circa metà anno, il che significa che dopo soli quattro
mesi di terapia recuperò dal punto di vista psicomotorio e caratteriale circa un anno e mezzo. Una visita con il
medico di base che aveva somministrato tutti i vaccini contemporaneamente si rivelò molto deludente. Ella
sostenne di aver agito correttamente e disse che in futuro si sarebbe comportata allo stesso modo. Decisi a
quel punto di eliminare i disturbi legati agli altri vaccini (DKPT e HIB) dal momento che Marieke aveva molta
più energia, ed eventualmente di ripetere l'intera procedura se fosse stato necessario. Penso che anche
Marieke possa guarire completamente dalla sua sindrome post-vaccinica. Questo trattamento mi ha chiarito in
modo definitivo che la causa di un ritardo fisico e mentale può essere parte di una sindrome post-vaccinica.
Per ragioni economiche da alcuni anni sta aumentando la pratica di suggerire ai piccoli pazienti vaccinazioni
multiple allo stesso tempo, per esempio BMR-D(K)PT o DKTP-HIB. Sei o sette diversi vaccini tutti insieme
fanno aumentare i rischi collaterali; dopo tutto sembra del tutto impossibile contrarre sei o sette malattie tutte
allo stesso momento.
L'idea originaria era quella di somministrare l'HIB separato dal DKPT, in quanto una combinazione dei due
avrebbe sovraccaricato il bambino. Nella pratica però ci furono difficoltà organizzative in merito e venne perciò
deciso di somministrare il DKPT e l' HIB insieme. Il risultato fu perciò che a bambini di tre mesi venivano
somministrate anche quindici vaccinazioni nello spazio di due mesi. A quell'età il sistema immunitario è ancora
in via di sviluppo e quindi molto vulnerabile. A quell'epoca di sviluppo tutte le difese passate al bambino dalla
madre stanno venendo meno perché il bambino inizia lo sviluppo di una immunità propria. Non ci si deve
sorprendere che questi sperimenti grosse difficoltà in seguito alla somministrazione di sostanze così pesanti per
il suo meccanismo difensivo, come i germi inoculati con i vaccini, le proteine eterologhe, gli additivi chimici,
tutti introdotti in un breve lasso di tempo.
In questo modo il bambino è forzato a concentrare le sue difese specifiche contro le malattie somministrate
artificialmente e non viene più sollecitato lo sviluppo del suo meccanismo difensivo generale; anzi appare
piuttosto chiaro come da alcuni casi che stiamo illustrando che questa immunità generale venga seriamente
compromessa.
La necessità di vaccinare così da piccoli e così frequentemente in un periodo di vulnerabilità immunitaria non è
mai stata dimostrata. Parlando in senso generale, due vaccinazioni D(K)PT e un richiamo sei mesi dopo
dovrebbe essere più che sufficiente per i primi quattro anni di vita.
Punto 3.
Caso 16
Saskia a causa di una ripetizione non necessaria di un vaccino anti-pertosse sviluppò dopo ogni vaccinazione
reazioni gravi. Ricevette la prima inoculazioni di DKPT/HIB a tre mesi e dopo quattordici giorni sviluppò la
pertosse in seguito al contagio di un amichetto già infetto. Il pediatra diagnosticò una pertosse che durò quasi
cinque mesi. Ma anche dopo la guarigione continuava a non stare bene: raffreddori, influenze, diarrea e ogni
altro disturbo da contatto. Nonostante questa evidenza e nonostante la richiesta diretta dei genitori sulla
necessità di non ripetere i richiami della pertosse ricevette un'altra somministrazione di DKPT/HIB a otto
mesi. Sviluppò una febbre altissima e fu gravemente malata per due giorni. Un mese dopo la terza dose di
DKPT rimase ammalata per una settimana con temperatura molto alta. Solo allora il medico di base decise
che in futuro avrebbe interrotto la superflua inoculazione dell'anti-pertosse. Non manifestò più reazioni ai
successivi vaccini DTP/HIB, ma vi erano già gravi segni di alterazioni del suo sviluppo. A quasi due anni la
bambina infatti ancora non parlava e poteva solo mangiare cibo in pappe. La schiena e il collo erano tesi e
rigidi e si muoveva carponi deviando sempre da un lato. Camminava con grandi difficoltà e doveva cercare di
continuo un supporto dove poggiarsi con la mano. Al momento attuale, tre mesi dopo l'inizio del trattamento
omeopatico, Saskia è una bambina diversa. Ricevette DKPT/HIB 30K, 200K, MK, XMK e Pertussinum 30K,
200K, MK, (non la XMK). Il miglioramento cominciò lentamente, ma divenne sempre più chiaro che stava
guarendo. Definirei l'esito di questo trattamento quasi spettacolare. Adesso può camminare normalmente,
correre, arrampicarsi sulle scale, camminare a marcia indietro e camminare carponi simmetricamente. Il suo
linguaggio è molto soddisfacente e lo sviluppo osteo-articolare molto incrementato. E' energica, meno
dipendente dalla mamma, non si fa più prendere dal panico se non la vede. Ha bisogno di meno sonno, e non
prende più medicine. Un raffreddore con catarro verdastro poté essere curato per la prima volta senza
aggravamenti polmonari né oppressione respiratoria, cosa che prima era del tutto tipica. La madre riporta che
vede la bambina molto contenta; io personalmente lo considero un caso praticamente guarito da gravi effetti
collaterali di DKPT/HIB e pertosse.
Punto 4
La preparazione di vaccini più sicuri senza proteine animali nè additivi chimici è un argomento controverso.
Una possibilità potrebbe essere quella di preparare vaccini completamente sintetici. Il primo vaccino
completamente sintetico (contro la malaria), costruito in Bolivia, è già in uso, ma su piccola scala.
Riassumendo vorrei tracciare le seguenti linee guida a proposito delle vaccinazioni:
1. Completare il protocollo delle vaccinazioni più tardi. Ritardare le vaccinazioni fino al momento in cui il
bambino ha sviluppato sufficientemente l'immunità cellulare (generale).
A livello mondiale si osservano notevoli variazioni per quanto riguarda l'età alla quale i bambini ricevono la
loro prima vaccinazione. Un utile esempio è quello della vaccinazione in Giappone, che non viene mai
somministrata prima del compimento del secondo anno di vita.
Uno studio comparativo potrebbe essere sviluppato per esempio osservando in una particolare regione
bambini non vaccinati prima del decimo mese e seguire il loro sviluppo comparandoli con un gruppo di
controllo di bimbi vaccinati a partire dal terzo mese.
2. Laddove è possibile, somministrare i vaccini separatamente.
In primo luogo l'HIB andrebbe somministrato da solo come negli Stati Uniti. Inoltre il DKPT o il DTP non
dovrebbero mai essere combinati con il BMR, come ora accade con i bimbi di nove anni (Olanda). A
bambini vulnerabili che hanno già mostrato forti reazioni fin dalle prime vaccinazioni dovrebbero
consigliare l'uso del DTP invece del DKTP. Una ricerca (6) illustra che il DKPT causa disturbi più
frequentemente del DTP.
3. Aumentare gli intervalli tra le vaccinazioni: due mesi invece di un mese. Questo causa sicuramente meno
problemi al bambino ed è più efficace.
4. Ridurre il numero totale delle vaccinazioni a tre, dalle quattro previste per il D(K)PT e HIB (Olanda), le
prime due con un intervallo di due mesi e la terza dopo sei mesi, come già avviene per i bambini provenienti
da paesi stranieri.
5. Tenere un diario accurato delle reazioni del bambino alle precedenti vaccinazioni prima di continuare
il protocollo di vaccinazioni stesse. Urge una linea di condotta più cauta e rigorosa in merito.
6. Non sottoporre a vaccinazioni fino a completa cura dei sintomi della SPV. I bambini con una sospetta
diagnosi di SPV hanno bisogno di un trattamento e cura con vaccini potentizzati. Come conseguenza
successive vaccinazioni complete o parziali andranno abbandonate e misure preventive con il vaccino alla
200K dovranno essere considerate.
7. Una protezione sistematica con vaccini potentizzati ad ogni ricorrenza di vaccinazione andrà
riconsiderata se uno studio adeguato produce indicazioni chiare.
8. Specifiche istruzioni sulla SPV a medici, infermieri, genitori.
CONCLUSIONI
Con l'uso dei vaccini potentizzati abbiamo un'arma efficace per combattere la sindrome post-vaccinica. E' quindi
indispensabile che i medici sappiano riconoscere questi disturbi con il loro nome. Questo opuscolo ha lo scopo
di aprire la strada a questo riconoscimento. Stiamo infatti parlando di un disturbo che fino ad oggi non è quasi
mai stato praticamente diagnosticato. Ciononostante una diagnosi corretta può portare ad una terapia semplice.
E' quindi per questa ragione che i genitori stessi dovrebbero descrivere al medico o alla unità sanitaria locale le
reazioni dei loro bambini. L'accuratezza delle loro osservazioni può significare una terapia efficace.
Il mio trattamento della SPV con vaccini potentizzati conferma o smentisce la diagnosi. Se un medico crede di
avere un caso di SPV, potrà dimostrare l'esattezza della sua diagnosi con il vaccino potentizzato. Se la sua
diagnosi è corretta i disturbi scompariranno o miglioreranno con la terapia. Laddove non vi sarà
miglioramento sarà necessario scoprire se vi è stata per caso una più recente possibilità etiologica per la malattia
o per il suo aggravamento. Il disturbo più recente dovrà sempre essere trattato per primo. Se per esempio un
certo disturbo è comparso dopo il quarto DKPT ma il bambino ha ricevuto nel frattempo il vaccino BMR, è
consigliabile e necessario eliminare l'alterazione dovuta al BMR prima del disturbo da DKTP. Se questo
atteggiamento non porta a guarigione, si deve cominciare a sospettare una diagnosi diversa.
CASI CLINICI SUPPLEMENTARI E ULTERIORI
OSSERVAZIONI SULLA SINDROME POST-VACCINICA
Principi generali
Caso 2.
Peter, di dieci mesi, a seguito della prima inoculazione di DKPT cominciò a soffrire di una sintomatologia
grippale e di feci di consistenza dura quasi come sassi, che lo faceva svegliare dal sonno e urlare per ore. La
madre è una figlia DES (*), soffre di morbo di Crohn (*), e prese la Salazopirina (*) durante e dopo la
gravidanza, e perciò non poté allattare il bambino. Peter soffrì di evacuazioni molto dure dalla sesta settimana,
ed ebbe sempre bisogno di due giorni per espellere le feci. Diventava rosso con una traspirazione generalizzata,
con crisi di rabbia, calci e urla. Dopo il primo DKTB/HIB manifestò una febbre di un giorno e una coscia si
gonfiò "come una salsiccia". Urlò incessantemente per cinque ore. Dopo la seconda inoculazione di DKTP/HIB
di nuovo manifestò febbre con gonfiore e rossore ad un arto. Si osservarono anche disordini di crescita. Il terzo
richiamo del vaccino fu inoculato nel braccio e si sviluppò ancora una febbre e il gonfiore all'arto stesso.
Vaccini potentizzati vennero somministrati: DKTP/HIB 30K, 200K, MK, e XMK, in 4 giorni consecutivi; dopo
la MK Peter pianse tutto il giorno e subito dopo cominciò a guarire. Dopo due settimane ricominciarono i suoi
vecchi disturbi. DKTP/HIB 30K e 200K vennero allora ripetuti con successo. La madre parlò di un miracolo,
vide il bambino più contento senza crisi di pianto, e la curva del peso aveva ricominciato a salire. Rimanevano
ancora le feci dure, e c'era da aspettarselo poiché questo era un sintomo precedente alle vaccinazioni.
Considerai due possibilità: una possibile predisposizione a disturbi intestinali o manifestazioni intestinali legate
a una fase intrauterina come risultato dell'uso della Salazopirina durante la gravidanza. Prescrissi, ritenendo più
probabile la seconda ipotesi, Salazopirina 30K una volta a settimana. Dopo due mesi la stitichezza era
completamente guarita.
Caso 3.
Henri è un bimbo che dai sei mesi ha un carattere molto brontolone. All'inizio la madre non fece alcuna
associazione con la varicella che il bambino aveva avuto, perché era guarita senza alcuna complicazione. Dopo
un'accurata anamnesi apparve del tutto chiaro il rapporto con quell'esantema. Ho perciò prescritto Varicellinum
200K. Una grossa eruzione, come una macchia, comparve sul suo torace e dopo di ciò il bambino guarì
completamente.
La "sindrome della giungla" (Jungle Syndrome)
Caso 5.
Johan si arruolò nei marines nell'agosto '93 e ricevette l'iniezione di Mantoux (*) il 13 agosto, poi il 20 agosto il
DPT e l'anti-tifica, e il 16 settembre una vaccinazione supplementare anti-tifoidea. Come lui stesso descrisse, si
sentì decadere nel suo stato di salute, era stanchissimo, con serie difficoltà alla concentrazione, grave perdita di
memoria, e una distorsione al ginocchio sinistro. Dolori addominali specialmente la notte, con dolori brucianti
allo stomaco e palpitazioni cardiache. Dopo tre mesi venne congedato. Tornò al suo impiego precedente, ma
poteva lavorare a orari estremamente ridotti; per un anno e mezzo il suo stipendio era talmente misero, che
nell'estate del '95 cominciò a prendere il sussidio statale. Un reumatologo consultato lo dichiarò "in perfetta
salute". Fu a questo punto che cominciò a cercare terapie alternative e finì nel mio ambulatorio. Mi disse che si
sentiva raffreddato tutto il giorno, sudava abbondantemente, doveva bere molto e urinanava molto
frequentemente. La notte la trascorreva male e si sentiva esausto. Era troppo debole persino per guidare il suo
motorino. Aveva crampi allo stomaco e si ammalava dopo aver bevuto un pò di birra.
I suoi problemi erano certamente dovuti ad una delle vaccinazioni; ogni altra spiegazione mi sembrava poco
convincente. Venne trattato con Tifo 30K fino alla XMK per quattro giorni consecutivi senza alcun successo.
Tre settimane dopo con DTP 30K fino alla XMK, anche in questo caso senza successo. Nulla accadde a seguito
di successive ripetizioni di questi due farmaci. Rimaneva ancora il Mantoux. A seguito della serie Mantoux
potentizzata, cominciò a sentirsi subito meglio e di nuovo in grado di lavorare per l'intera giornata. Nonostante
il miglioramento soggettivo avvenne rapidamente si sentiva ancora lontano dalla sua forma ottimale. La serie
Mantoux fu ripetuta numerose volte, ogni volta con un intervallo di tre settimane. La guarigione è ora totale.
E che cosa dobbiamo pensare dei casi sparsi in tutto il mondo di bambini cui viene somministrato il BCG (*),
sicuramente molto più forte del Mantoux, nei primissimi giorni di vita! Nei Paesi Basi il BCG non è mai
somministrato a bambini. Nonostante ciò l'incidenza di tubercolosi in Olanda è la più bassa del mondo.
Volevo chiarire con questo caso che la metodologia dei vaccini potentizzati potrebbe offrire delle buone
prospettive di cura per tutti quei militari affetti da "sindrome della giungla". Non sarebbe realistico concludere
dal caso precedente che l'iniezione di Mantoux possa essere la sola responsabile di questa sindrome. In ogni
singolo caso il paziente va esaminato individualmente per scoprire il vaccino o la medicina responsabile dei suoi
disturbi (il Lariam (*) potrebbe essere un'altra causa di simili sintomatologie).
La sindrome post-vaccinica acuta
Caso 6.
Ragma aveva un anno di vita, quando nelle prime ore del mattino del 4 maggio 1992 suo padre molto
preoccupato mi telefona dicendo che sua figlia è seriamente malata. Entrambi i genitori della bimba sono medici
omeopatici di base e conoscono i rischi delle vaccinazioni. Avevano infatti deciso di distanziare il più possibile
le inoculazioni dei vaccini, per evitarne i rischi. Si erano però trovati nella circostanza di dover affrontare un
lungo viaggio, così decisero di sottoporre a vaccinazione DTP la bambina, all'età di tredici mesi. Fino ad allora
la bambina era stata in perfetta salute. Aveva soltanto avuto qualche accesso di tosse scomparso
spontaneamente. Il giorno dopo l'inoculazione DTP la bambina divenne estremamente indifferente, e dopo una
settimana cominciarono tosse e vomito con temperatura di 38-39 °C. Era completamente inappetente e rifiutava
qualsiasi cibo solido o liquido oltre la sua poppata giornaliera. Si svegliava frequentemente, riuscendo a
riaddormentarsi del tutto solo verso le cinque della mattina. Specialmente la notte aveva frequenti accessi di
pianto. I genitori provarono senza successo Thuja MCH. Le sue condizioni si aggravarono e cinque giorni dopo
si scoprì che la bimba aveva un chiaro infiltrato (*) nel lobo inferiore del polmone sinistro. La febbre era a
39,5°C, non mangiava e non beveva e aveva attacchi di vomito a seguito delle crisi di tosse. I genitori erano
preoccupati sulla possibile disidratazione e temettero di doverla ospedalizzare. Il medico di famiglia prescrisse
d'urgenza un ciclo di antibiotici. Fu in quel momento che il padre mi telefonò ed io suggerii un'immediata
somministrazione, ogni ora, di un cucchiaino di una soluzione DTP 200K. Riuscii a visitare la bambina nel
tardo pomeriggio della stessa giornata. Le condizioni della bambina erano gravi. Erano chiaramente udibili
crepitii (*) nella bassa zona del polmone sinistro. Decidemmo di continuare il trattamento e di posporre ulteriori
decisioni al mattino seguente. Il mattino dopo ricevetti una telefonata entusiastica dei genitori. Ragma aveva
dormito meglio, la febbre era a 37,9°C, aveva tossito molto meno, il vomito era cessato ed era molto più attiva.
Il trattamento (un sorso di DTP 200K ogni ora) fu continuato.
Il mattino dopo Ragma era completamente sfebbrata, l'appetito era tornato normale, aveva chiesto numerose
volte di bere, anche il colorito del viso era tornato normale. Smettemmo la medicina ed il polmone guarì senza
problemi.
Ho utilizzato il caso di Ragma perché mi ha permesso di sperimentare da allora in poi il trattamento di disturbi
post-vaccinici con vaccini potentizzati ed ha rafforzato la mia fede nell'efficacia di questo metodo. Gli
antibiotici avrebbero in un caso del genere lavorato troppo lentamente per prevenire il riassorbimento dei fluidi
al polmone e l'ospedalizzazione, mentre il DTP 200K non solo curò con grande efficacia la sindrome post-vaccinica, ma ripristinò anche il meccanismo di difesa generale.
Trattamento della sindrome post-vaccinica a lungo termine
Caso 7.
Si tratta di una donna di 38 anni, la madre del piccolo Ralf (caso 13.). Nel 1983, all'età di 28 anni, per un
viaggio in Indonesia le somministrarono due inoculazioni di vaccino anti-colera, DTP e anti-tifico, e una
gammaglobulina. Da allora cominciò a sentirsi stanca, i capelli avevano perso la lucentezza, la memoria
cominciò ad essere molto debole e si sentiva di umore molto lunatico. Mostrava una seria difficoltà di
concentrazione e un continuo disagio, con la paura che non sarebbe riuscita a fare le cose per tempo. La sua
energia sessuale era completamente scomparsa. Soffriva di costanti dolori muscolari; cominciò a mangiare
compulsivamente, aumentando di parecchi chili in breve tempo. Durante tutto questo periodo l'intestino
manifestò diarrea. Non riusciva ad evitare il benché minimo raffreddore; specialmente se i suoi figli ne
prendevano uno, lei lo prendeva a sua volta. Nel 1993, dieci anni dopo l' Indonesia, nacque suo figlio Ralf con
un parto cesareo, a causa del quale venne anestetizzata. Dopo questo episodio ebbe due aborti e subì un'altra
anestesia generale per un curettage; a seguito di questi trattamenti manifestò un'ulteriore declino della memoria
e della concentrazione. Le prescrissi una serie di Nux vomica, dalla 30K fino alla XMK per ripulirla dagli
effetti collaterali degli anestetici. Migliorò nettamente, aumentò la sua energia generale e scomparvero i suoi
mal di testa. Ora era in grado di esporsi al sole senza nessun rigonfiamento alle vene, e senza manifestare
cefalea, Si sentiva anche meno lunatica, ma la memoria e la concentrazione erano molto fiacche. La ripetizione
della serie Nux vomica non la fece migliorare ulteriormente.
Il passo successivo che feci, iniziato nel giugno del 1995 e ancora non completato (settembre 1996), fu di
ridurre gli effetti nocivi dei vaccini. Una cura del genere è un processo graduale che presenta talvolta seri
aggravamenti e ritorno indietro dei sintomi. Scoprii che il vaccino anti-tifico era il diretto responsabile dei suoi
disturbi. La paziente infatti reagisce ancora con forza al vaccino tifoideo potentizzato, mostrando però ad ogni
trattamento un miglioramento progressivo. La memoria è già nettamente migliorata, il suo aspetto generale è
chiaramente più energico. Dice:"Mi è tornata la volontà e mi sento diversa. Se guardo indietro al periodo
precedente al suo trattamento me lo ricordo come se tutto era velato e buio, come se avessi vissuto avvolta da
una coperta; qualunque cosa facessi era routine. Ora la nebbia si è diradata. La concentrazione è ritornata; posso
di nuovo leggere libri e ho voglia di studiare. Mi ricordo meglio le cose. Mi sento come se mi stessi rifacendo di
dieci anni perduti. Mi sento bene quando mi sveglio al mattino e non più affaticata come mi è successo per tutti
questi anni".
Caso 8.
E' il caso di un collega che trattò una ragazza di diciassette anni per una forma di orticaria (*) al viso. Aveva già
girato l'intero paese cercando sollievo da diversi medici, ma invano. Quando il collega le chiese da quanto
tempo era comparso l'eczema la madre riferì che era iniziato tre mesi dopo la prima iniezione di DKTP, cioè
diciassette anni prima. Fu somministrata una serie di DKTP 30K, 200K, MK, XMK in quattro giorni e il rush
scomparve come neve al sole in due settimane e al momento di questo scritto (sono trascorsi nove mesi) non è
più ritornato.
Indebolimento dell'immunita' generale.
Caso 10.
Patrick mi ha consultato per la prima volta a nove mesi. Presenta un costante raffreddore con muco verdastro.
Fin dalla nascita aveva sofferto di problemi respiratori, ma ora i disturbi si erano aggravati e si era aggiunta
questa emissione mucosa. La madre interruppe l'allattamento dopo quattro mesi e mezzo. In quel periodo il
bambino soffrì anche di eczema ai gomiti e dietro ai ginocchi, e per questo fu trattato con una pomata al
cortisone (*). Ebbe tutte le vaccinazioni previste dalla legge, al terzo, quarto e quinto mese. Circa dieci mesi
dopo la DKPT/HIB ebbe una bronchite con accessi di tosse, che fu trattata con un ciclo di antibiotici dal medico
di famiglia. Da allora cominciò la produzione di questo espettorato. Con il secondo ciclo di DKTP/HIB
sviluppò un forte raffreddore. Solo il terzo vaccino venne somministrato separatamente, cioè prima il DKTP e
quattordici giorni dopo l'HIB, e in effetti senza reazioni collaterali.
Nella primavera successiva ebbe una congiuntivite con produzione di pus verde all'occhio di destra e durante la
prima visita scoprì anche una otite media sinistra. Aveva fatto tre cicli di penicillina e ad ogni ciclo sviluppava
un rush cutaneo. Al momento della visita prendeva due Becotide (*) tre volte al giorno. Sudava copiosamente.
Ho cominciato il trattamento con una serie di HIB, cui seguì una settimana dopo una serie di DKTP, e di nuovo
dopo due settimane una serie di DKTP/HIB. Quando lo rividi cinque settimane dopo non notai alcun
miglioramento; dell'ultima serie aveva preso solo la dose 30K e aveva manifestato un'infezione all'orecchio con
febbre a 40.6°C, che fu trattata con penicillina dal medico di famiglia. Ebbi l'impressione che queste iniezioni
potessero di nuovo spiegare questi suoi disturbi, come se apparentemente un disturbo ne mascherasse un altro.
L'omepatia sa che disordini multipli debbono essere trattati nella sequenza corretta, cioè nell'ordine inverso a
quello di comparsa. Mi sembrava cioè che gli antibiotici fossero responsabili della comparsa dei suoi problemi
al punto da prevenire del tutto i benefici della terapia prescritta. Somministrai perciò in serie Penicillinum 30K,
200K, MK, XMK. Dopo la MK sviluppò un espettorato color ambra e una febbre secca. La somministrazione
della XMK fece scomparire completamente questo espettorato. Dopo due settimane, prese la serie DKTP/HIB,
e da quel momento in poi cominciò a migliorare. Un mese dopo era completamente guarito: i raffreddori
scomparvero e così pure l'espettorato.
Caso 11.
Un altro caso che dimostra la riduzione dell'immunità naturale è quello di Hanneke. Mi fu portata per la prima
volta a sette mesi. A cinque mesi aveva sofferto del primo raffreddore, cui fece seguito un'otite destra e una
bronchite, per la quale fu trattata con antibiotici. Nel giro di una settimana l'otite si manifestò anche all'altro
orecchio e siccome la bronchite non era stata curata del tutto le venne somministrato un secondo ciclo di
antibiotici. Da allora il suo respiro era diventato rumoroso a causa della presenza di muco nei polmoni. Mi
venne detto che tutto era sembrato cominciare dopo la terza inoculazione di DKTP. Prescrissi perciò una serie
di DKTP/HIB 30K, 200K, MK, XMK, per quattro giorni consecutivi. Da allora le otiti e le bronchiti sono
praticamente scomparse, mentre i raffreddori sono rimasti. Cominciò anche a sedere, e gattonò in breve tempo.
Questo mi fece scoprire meglio il fatto che il suo sviluppo in realtà era stato leggermente ritardato fino ad allora.
Vi era ancora un pò di muco nell'orecchio di destra. Venne eseguito un esame audiometrico e si scoprì che la
bambina praticamente non sentiva più dall'orecchio di sinistra e aveva una sensibile riduzione all'orecchio
destro. Soffriva di dolori ai denti che la facevano piangere durante la notte. Aveva spesso un'aspetto stravolto.
Alla fine di febbraio somministrai la serie DKTP/HIB, 30K, 200K, MK, XMK, dato che i sintomi della
sindrome post-vaccinica erano ancora presenti. A seguito di questo trattamento i raffreddori scomparvero. Il suo
udito divenne perfetto, il carattere di nuovo allegro. Hanneke è nuovamente in salute perché la sua immunità
venne così completamente ristorata.
Caso 12.
Finalmente il caso di Ellen. L'ho vista per la prima volta a metà febbraio, all'età di undici mesi. Soffriva
costantemente di raffreddori fin dalla nascita. Durante le prime settimane di vita piangeva costantemente
durante la notte, probabilmente come risultato di crampi allo stomaco. A cinque mesi ebbe una grave diarrea
fluida, a getto, per due settimane. A otto mesi fu disturbata per la prima volta da un'infiammazione suppurativa
dell'orecchio medio, con una temperatura superiore a 40°C. Furono somministrati per la prima volta antibiotici.
Dopo questo episodio ebbe altri quattro attacchi di otite media; l'ultimo si accompagnò a vomito, diarrea
acquosa e a una temperatura tra 37.5°C e 38.6°C. Per il resto si trattava di una bambina vivace, intelligente, ben
sviluppata, in grado di mangiare e dormire senza difficoltà. Quando stava poco bene manifestava un odore
amaro sulla pelle. Ricevette tre somministrazioni di DKTP, senza reazioni apparenti. Nell'anamnesi familiare
prevalevano dalla parte materna infiammazioni dell'orecchio medio e disturbi digestivi. Cominciò un
trattamento omeopatico classico senza successo. Il 15 aprile le venne somministrata la quarta inoculazione di
DKTP e due settimane dopo ebbe di nuovo un raffreddore, molto catarro, muco purulento dagli occhi, netta
diminuzione dell'appetito, pianti notturni e di nuovo un'otite media. La vidi di nuovo all'inizio di giugno,
presentava scolo catarrale da entrambi gli orecchi, molto muco nasale e negli occhi; mi fu chiaro che si trattava
di una SPV. Prescrissi DKTP, 30K, 200K, MK, XMK, per quattro giorni consecutivi. Il 20 giugno la madre mi
telefonò per dirmi che la bambina "non era mai stata così bene". Tutti i sintomi erano terminati e anche gli amici
della famiglia rimasero sorpresi del totale stato di salute della bambina. Fino ad ora non vi è stata alcuna
regressione.
Asma, bronchite asmatica, bronchite cronica, polmonite.
Questi sono disturbi relativamente comuni.
Il netto incremento nella popolazione infantile di questo genere di malattie potrebbe essere molto ben correlato
ai moltissimi vaccini somministrati fin dalla più tenera età. Infatti è in costante crescita il numero di bambini che
presentano continui raffreddori e otiti, infezioni delle vie respiratorie e tonsilliti. Credo fortemente che
l'inquinamento atmosferico e la trasmissione infettiva di tipo scolastico o al nido di infanzia è assai meno
responsabile di queste malattie di quanto non sia comunemente accettato. Un bambino dovrebbe essere in grado
di rispondere con le sue difese naturali. Occasionali raffreddori - senza complicazioni - sono perfettamente
naturali. Purtroppo un numero crescente di bambini è costretto a fare i conti con infezioni ricorrenti ormai
croniche, trattate in continuazione con cicli di antibiotici.
Caso 17 (extra)
Frances illustra quanto detto sopra. All'età di circa 2 anni sviluppò dei problemi respiratori. Una settimana dopo
la seconda inoculazione di DKPT cominciarono a manifestarsi crisi di dispnea ogni volta che prendeva un
banale raffreddore. Somministrai quindi DKPT 30K, 200K, MK, XMK per quattro giorni consecutivi. A
seguito della dose XMK cominciò un sintomo di pianto notturno andando a dormire, qualcosa di cui non aveva
mai sofferto prima. Sviluppò inoltre dei gravi sintomi di panico. Quattro giorni dopo la XMK manifestò un
raffreddore con debolezza nelle gambe e cominciò a piagnucolare. Perciò le somministrai la dose DKPT 200K
in soluzione. Aveva ancora un pò di respiro ansimante ma nettamente meno del solito. Cominciò a migliorare
lentamente. Durante il successivo attacco di raffreddore manifestò sintomi di tosse ma senza più ostruzione
nasale. L'ultimo episodio di raffreddamento risultò scevro da qualunque complicazione. Al momento attuale
Frances è completamente guarita e la sua dispnea non è più tornata.
Caso 18 (extra)
Un altro esempio è quello di Walter, un paziente che vidi al mio ambulatorio per la prima volta a quattordici
mesi. Sviluppò un quadro di polmonite a tre mesi, trattato con penicillina, ma continuava a tossire. Per un anno
fece una terapia a base di 2,5 ml di Deptoprine* 3 volte al giorno, ma gli attacchi di tosse continuavano giorno e
notte. Sospettai la SPV, ma la madre mi assicurò che la polmonite comparve prima dell'inoculazione del vaccino
DKTP. Praticamente non mostrò alcuna reazione alla DKTP e alla HIB. Prescrissi un rimedio omeopatico
basato sui suoi sintomi senza alcun successo. Due settimane dopo la madre mi informò per telefono di aver
scoperto sulla tessera sanitaria del bambino che la polmonite era comparsa quattro giorni dopo la prima
inoculazione del vaccino DKPT. Ho prescritto immediatamente DKPT 30K, 200K, MK, XMK, per quattro
giorni consecutivi, e una settimana dopo la tosse era scomparsa ed il Deptoprine venne rapidamente ridotto.
Caso 19 (extra)
Joop aveva un anno e mezzo e aveva ricevuto la somministrazione combinata dei vaccini anti-orecchioni, anti-morbillo e anti-rosolia a quattordici mesi. Dopo una settimana prese un raffreddore che si complicò con un
respiro molto rumoroso. La vaccinazione DKPT non gli aveva causato alcuna reazione. Fu perciò somministrata
una terapia a basa di Penicillina, ma un mese dopo ebbe di nuovo un raffreddore con difficoltà respiratorie. Ho
perciò somministrato MMR. Migliorò molto ma non completamente. Feci quindi seguire BMK 30K, 200K,
MK, XMK, che lo curò completamente e la sua patologia non tornò più.
Disturbi dermatologici (Eczema)
Come segno di squilibri interni causati da vaccinazioni, si osservano frequentemente problemi cutanei. Con un
trattamento a base di vaccini potentizzati, anche dopo anni, questi disturbi scompaiono completamente, come il
caso della ragazza diciassettenne curata dalla sua orticaria faciale con la serie DKPT in diluizioni omeopatiche
(vedi caso 8, pag.36).
Caso 20 (extra)
Frits aveva 5 mesi quando fu portato per la prima volta al mio ambulatorio. Da sei settimane aveva sviluppato
un "eczema costituzionale" che cominciò sulla guancia destra e rapidamente ricoprì tutto il corpo. Si scoprì che
il bambino era ipersensibile alla frutta e alle proteine del latte di mucca. Esattamente un mese prima dell'inizio
dell'eczema ricevette la prima iniezione del vaccino DKPT e la seconda inoculazione appena due giorni prima
dell'incontro nel mio ambulatorio. Prescrissi DKPT 30K, 200K, MK, XMK, e a seguito della dose MK sviluppò
una febbre per cui decisi di posporre la dose MK. L'eczema si ridusse rapidamente. Dopo due settimane
ricevette la dose XMK cui fece seguito la completa scomparsa dell'eczema. Un mese più tardi l'intera serie
venne ripetuta a causa di un lieve ritorno dei sintomi e dopo di ciò l'eczema fu completamente curato.
Caso 21 (extra)
Berth aveva otto mesi. Dalla prima inoculazione di DKTP/HIB sviluppò un eczema ai gomiti, sulla schiena, le
gambe e le spalle. Tra la seconda e la terza vaccinazione contrasse la varicella. Dopo la terza DKTP/HIB
l'eczema aumentò molto, diventando inoltre molto umido e pruriginoso. A seguito della prima inoculazione
cominciò a soffrire di raffreddori cronici e il suo respiro divenne " ruvido " ( così lo descrisse la madre ). Ebbe
anche due episodi di catarro con pus negli occhi. La diagnosi del pediatra fu di eczema costituzionale, e il suo
suggerimento fu di utilizzare una pomata a base di ormoni. Berth era stato fino ad allora un bambino in salute.
Cominciai il trattamento con DKTP/HIB 30K, 200K, MK, XMK per quattro giorni consecutivi. L'eczema di
Berth, specialmente alla schiena, peggiorò già dopo la dose 30K, sviluppando anche una febbre alta. La
temperatura scese spontaneamente dopo un giorno; le potenze più alte vennero rimandate e venne piuttosto
ripetuta la somministrazione della dose 30K il giorno dopo. Visto che l'eczema non si aggravava più, seguendo
il normale schema terapeutico, vennero a questo punto somministrate le dosi più alte. Dopo due settimane fu
somministrata una serie di dosi di Varicellinum per correggere un eventuale sbilanciamento energetico risultante
dalla varicella. Questa serie di dosi non fu stavolta accompagnata da aggravamenti di sorta. A distanza di circa
cinque settimane dall'inizio del trattamento l'eczema cominciò a migliorare rapidamente e dopo due settimane il
bambino era completamente guarito. I suoi bronchi erano nuovamente in grado di espandersi e terminarono del
tutto anche i continui raffreddori. Il bambino non mostrava più segni di iperattività e il suo malumore
scomparve; i capelli e le unghie cominciaromo a crescere di nuovo in modo regolare ( e notevolmente meglio di
prima della cura ). Aveva però ancora il problema del pus negli occhi ogni mattina. Venne perciò ripetuta la
serie DKTP/HIB due mesi dopo l'inizio del primo trattamento. Si pensò che se anche questo disturbo fosse
legato alle vaccinazioni sarebbe dovuto scomparire durante il trattamento omeopatico. Andò proprio in questo
modo e sei settimane più tardi Berth tornò a essere un bambino in perfetta salute.
Caso 22 ( extra )
Il caso di Joep è un'ulteriore dimostrazione di questo trattamento. Mi venne portato la prima volta a due anni e
mezzo. Un rash cutaneo estremamente pruriginoso gli causava grande agitazione, specialmente la notte. Si
svegliava ogni notte tra le dieci e mezza e le undici perché si grattava durante il sonno e a quel punto l'eczema
diventava rosso e il bambino cominciava a piangere. Durante il corso della notte questo succedeva un'altra volta
o due e l'unica cosa che lo calmava un pò era bere qualcosa. Il disturbo cominciò ad appena un mese di vita con
delle zone di rigonfiamento molto arrossate su tutto il corpo. Il medico di base prescrisse una pomata al
cortisone senza successo. Dopo la prima somministrazione di DKTP, e per tre mesi consecutivi, il rash si
espanse molto e si manifestò sotto forma di chiazze rosse. Inoltre si aggravò l'irritazione e il piccolo cominciò a
grattarsi fino a sanguinare. All'età di un anno i genitori andarono da un medico omeopatico ma tutti i rimedi
somministrati non facevano che aggravare senza portare giovamento. A questo punto fu anche consultato un
dietologo senza alcun beneficio.
Joep fu vaccinato nei periodi " classici ", ma non ebbe particolari reazioni salvo un pò di aggravamento dei suoi
problemi dermatologici. In questo caso mi sembrò opportuno seguire una soluzione per tappe, cominciando a
eliminare i disturbi direttamente causati dalle vaccinazioni; se i vaccini avessero continuato a interferire,
qualunque approccio terapeutico avrebbe soltanto aggravato il caso, prevenendo ulteriori miglioramenti
successivi. Penso che questo spieghi cosa successe durante il trattamento omeopatico tradizionale con il primo
medico quando Joep aveva un anno di vita. Fu iniziato un trattamento con MMR 30K, 200K, MK e XMK per
quattro giorni consecutivi; fin dal primo giorno divenne più calmo e dormì più tranquillo, visto che erano
diminuiti il prurito e il rash. Smise anche di piangere durante il risveglio notturno e non chiese più nulla da bere.
La sete notturna cominciò dopo la vaccinazione MMR. Dopo altre due settimane fu somministrata la serie DPT
+ Polio a seguito della quale il piccolo si calmò ulteriormente mentre l'eczema continuava a diminuire. Ho visto
Joep quattro settimane dopo la prima consultazione e sto continuando il trattamento con un rimedio di base che
dovrebbe ridurre definitivamente la sua predisposizione all'eczema.
Irregolarita' nello sviluppo del bambino
i troviamo spesso di fronte a bambini in cui lo sviluppo fisico, mentale ed emotivo improvvisamente diventa
ritardato. La curva del peso comincia ad appiattirsi e viene sconvolto l'intero sviluppo del bambino. Spesso né i
genitori, né il medico riescono a capire ciò che non va. Vengono spesso somministrate terapie di stimolazione,
con reazioni in genere solo molto parziali. Ciò che non va nel piccolo è che il suo sviluppo è instabile.
Caso 23 ( extra )
Lieke è una bambina di questo tipo. Ha quasi due anni. A circa tre mesi di vita cominciarono a manifestarsi i
primi segni dell'eczema sul petto che ora si è esteso ai gomiti, gambe e guance. Sbava in continuazione e ha gli
occhi infiammati, con secrezione di pus verdastro. Produce inoltre di continuo muco verde. In parole povere, un
chiaro caso di deboli difese immunitarie. Il suo corpo è molto teso e non ha ancora iniziato a camminare. Ha
solo cominciato a gattonare alcuni mesi fa. Sta svolgendo anche delle sedute settimanali di psicoterapia ormai
da quasi un anno, ma piange incessantemente e lo psicoterapeuta non sa più cosa fare. Come se non bastasse ha
problemi con l'intestino: deve sforzarsi molto sebbene le feci siano piuttosto soffici. Sta ancora seguendo
un'alimentazione semi-solida e rigurgita ogni volta che nel cibo trova pezzi più grandi. Il suo sviluppo
linguistico è gravemente ritardato. E' stata vaccinata nei tempi standard ed ha avuto un giorno di febbre dopo
ogni inoculazione di DKTP/HIB e MMR. Tutto punta il dito per una diagnosi di SPV: l'eczema iniziale a tre
mesi, gli occhi infiammati con il muco verdastro dai tre ai cinque mesi, le deboli difese organiche e l'atrofia
nello sviluppo, sia mentale che motorio. Sebbene il suo disturbo sembri chiaramente riferito alle serie di
DKTP/HIB, è molto opportuno in casi del genere cominciare ad eliminare l'influenza perturbatrice della
vaccinazione MMR. Qui una sorta di effetto cumulativo potrebbe essere presente e questo strato deve essere
trattato per primo, altrimenti la MMR potrebbe agire da fattore ostruttivo alla cura. Perciò furono somministrate
a Lieke dosi di MMR 30K, 200K, MK, XMK in quattro giorni consecutivi, a risultato dei quali la piccola
sembrò da subito più contenta e sviluppò un forte raffreddore con abbondante secrezione acquosa ( per la prima
volta un pò di pulizia ! ). Due settimane dopo si continuò la terapia con la serie DKTP/HIB 30K, 200K, MK,
XMK sempre nell'arco di quattro giorni. La bambina cominciò a bere di più e si cominciò a notare un lento ma
chiaro miglioramento della sua salute. Quando la rividi, dopo sei settimane, era completamente cambiata. Era
diventata più contenta, non aveva più crisi di pianto notturno, era più attiva e giocava volentieri. Ora può
rimanere impegnata completamente in una cosa per almeno mezz'ora, laddove prima passava continuamente da
una cosa all'altra cercando di coinvolgere costantemente la madre. Si presenta molto meno tesa e la
psicoterapeuta nel corso dell'ultima visita rimase stupita, dicendo: " Proprio quello che avresti dovuto fare un
anno fa! ". La sua attività muscolare ha fatto considerevoli progressi: resta in piedi per lunghi periodi, spinge la
carrozzina, cammina mano nella mano con un adulto, gattona e ha cominciato ad arrampicarsi. Sua madre
conferma che ha recuperato l'anno perduto. E' curiosa, attiva e intraprendente. Si lamenta assai meno di non
essere in grado di fare ciò che vuole. E' contenta dei suoi giochi e non se li lascia più prendere dal fratello. I
suoi disturbi fisici sono in larga misura scomparsi e dopo una ripetuta serie di DKTP/HIB potentizzate il
trattamento venne terminato con successo.
Caso 24 ( extra )
Tim è un altro caso da prendere in considerazione.
Una mattina di aprile sua madre mi telefonò perché il figlio, di circa 10 mesi, aveva un attacco di febbre a 40°.
Apparentemente soffriva di un lieve stato febbrile fin dalla prima inoculazione di DKTP nel gennaio scorso. Le
prime due iniezioni di DKTP non gli avevano causato problemi. Ma dopo la terza vi fu una chiara graduale
diminuzione del suo sviluppo. Era avvilito e inattivo ed era cresciuto a stento negli ultimi tre mesi. Anche i
capelli e le unghie mostravano evidenti problemi di crescita. Aveva desiderio di dormire più frequentemente del
solito e non aveva voglia di fare nulla. Un bambino un tempo felice era ora in uno stato penoso. A gennaio era
già in grado di sedersi, ma ora cadeva in continuazione. Suggerii alla madre di fargli assumere DKTP 200K
sciolto in acqua. Il giorno dopo la febbre era un pò scesa e la medicina venne continuata per un altro giorno.
Quando rividi Tim una settimana dopo, era quasi del tutto tornato alla normalità. Si dimostrava felice
nuovamente, aveva ricominciato a gattonare, e potè finalmente sedersi ( la madre lo ha portato al mio
ambulatorio seduto sul seggiolino per bambini della sua bicicletta ). E' di nuovo un bambino attivo e nell'ultima
settimana la madre ha notato che i capelli e le unghie hanno ricominciato a crescere. La temperatura febbrile è
scomparsa. Si è completamente risolto il problema dell'arresto dello sviluppo.
GLOSSARIO
sindrome : gruppo di
sintomi di una determinata malattia |
post-vaccinica: dopo
la vaccinazione |
potentizzato: vedi Cap.
" Il metodo omeopatico " |
tossine: sostanze velenose
prodotte da batteri o virus nel corso di una malattia |
cytomegalovirus : virus
che frequentemente causa disturbi cronici |
DKTP: vaccino combinato
contro difterite, pertosse, tetano e polio |
HIB : vaccino contro
il virus dell'Haemophilus influenziae B, che può causare meningite
|
Brycanil : broncodilatatore
|
Clamoxyl : antibiotico
|
Diarolyte : farmaco che
previene la disidratazione risultante da diarrea e vomito
|
Deptropine : broncodilatatore
e farmaco antiallergico |
Atrovent : broncodilatatore
|
Erythrocine : antibiotico
|
Zaditen : farmaco antiallergico
|
MMR: vaccino combinato
contro orecchioni, morbillo e rosolia |
RIVM : Rijks Instituut
Volksgezondheid & Milieuhygiene; Istituto Governativo per la Protezione
Ambientale e la Salute Pubblica ( NL ), responsabile del programma per lo
sviluppo di nuove vaccinazioni e per l'introduzione e l'esecuzione del programma
delle vaccinazioni |
DTP: vaccino combinato
simile al DKTP ma senza la pertosse |
y-globuline : iniezione
preventiva contro l'epatite A |
ricerca parallela: si
tratta di un progetto di ricerca in cui a un gruppo ( detto sperimentale
) viene somministrata una medicina in prova, mentre a secondo gruppo ( detto
di controllo ) è somministrato un semplice placebo ( medicina inerte
). Durante l'esperimento né il primo né il secondo gruppo
sanno chi ha preso cosa. Solo dopo che i risultati sono stati completamente
registrati viene rivelato chi ha preso la medicina vera e chi il placebo.
|
placebo : medicina inerte
|
a termine : in tempo
esatto ( 40 settimane ) |
causale : che esprime
la causa |
figli-DES : figlio di
una madre che ha usato in gravidanza il dietil-stilbestrolo, che ha dimostrato
essere dannoso per il feto |
morbo di Crohn : enterite
cronica |
Salazopirina : farmaco
che inibisce le infezioni enteriche |
Mantoux : prodotto iniettato
sottocute nel braccio per confermare o meno la presenza di tubercolosi in
un soggetto |
BCG : vaccino contro
la tubercolosi |
Lariam : rimedio preventivo
della malaria |
infiltrato : segno di
polmonite |
crepitazioni : suoni
udibili con lo stetoscopio che indicano la polmonite |
orticaria : fuoco di
S. Antonio |
pomata cortisonica : pomata
steroidea ( ormonale ) |
Becotide : polvere inalatoria
costituita dall'ormone beclometasone, che inibisce l'infezione in caso di
asma |
LETTERATURA
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pertussis + pertussis immunisation". " Pediatrics " 1988
- Dr. Johan E. Sprietsma, Ortho number 1, february
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- Dr. Jean Elminger : La mèdecine retrouvèe
ou les ambitions nouvelles de l'homeopathie; Bron S.A. Lausanne 1985
- Tijdschrift voor Jeugdgezondheidszorg, jaargang
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- Bulletin of the World Health Organization,
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- Cody C. L., Baraff L. J., Cherry J. D. et
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- Viera Scheibner Ph D. VACCINATION, 100 years
of orthodox research shows that vaccines represent a medical assault on the
immune system, published by Dr. Viera Scheibner, 178 Govetts Leap Road, Blackheath,
NSW 2785, Australia; fax 047 - 878988; ISBN 0 646 15124 X
- Bulletin of the World Health Organization,
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: het postvaccinaal syndroom. Peter Fokkens
Si ringrazia Giuliana Moretti per il lavoro di impaginazione e correzione.